lunedì 19 ottobre 2015

INTERVISTA A SERGEY IVANOV




Riportiamo alcuni dei passaggi per noi più significativi – che spaziano dalla crisi in Medio Oriente a quella migratoria - dell’intervista a Sergey Ivanov pubblicata quest’oggi dalla Tass. (Sergey Ivanov, ex vice-direttore dell’FSB ed ex Ministro della Difesa, è attualmente capo dell’Ufficio del Presidente Vladimir Putin).
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- “Ricordo ancora bene come - alla fine del 2000 - i nostri partner e colleghi americani mi spiegassero in dettaglio quanto fosse importante portare la democrazia in Medio Oriente. Ora ve l’hanno portata ... E tutto il mondo può vedere i risultati”.
- “Non credo che dovrò spiegare a nessuno su come gli americani abbiano sprofondato l'Iraq in più di un decennio di caos e illegalità. Si dovrebbe ricordare che Saddam Hussein odiava Al Qaeda e tutti gli altri terroristi (...) Fino a quando Saddam era al potere, nessuno ha mai avuto la benché minima idea che qualche tipo di gruppo terroristico potesse spuntare sul territorio dell'Iraq. Ma poi Saddam Hussein è stato inviato al patibolo. Con tutte le conseguenze che ne sono derivate”.
- “E’ stato poi il turno della Libia. Il paese è stato trasformato in un'altra Somalia. Questo dice tutto. L'obiettivo della conversione in democrazie dei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente è stata ancora una volta offerto come il motivo che ne stava alla base”.
- “Prendiamo l’Egitto (...) Proprio di recente, nel 2012, la CNN trasmetteva per lunghe ore servizi roboanti sulle masse popolari risvegliate al Cairo, a quel tempo quasi la CNN presentò la ‘Fratellanza Musulmana’ come un gruppo di liberali e democratici raffinati ... Se non fosse stato per il coraggio e la lungimiranza del Ministro della Difesa egiziano, il generale El-Sisi, l’Egitto assomiglierebbe ora molto alla Libia”. 
- “È evidente che i mezzi militari da soli non potranno mai portare ad una soluzione in Siria. Alla fine si dovrà cominciare a cercare una soluzione politica. (…) In origine, l'idea di un'alleanza intra-siriana nella lotta contro l’ISIS non era nostra: è venuta dal presidente francese. Egli ha ipotizzato che le truppe del governo di Bashar Assad e il cosiddetto ‘Free Syrian Army’ possano costituire un fronte comune. Naturalmente, se il ‘Free Syrian Army” esiste nella realtà, e non sia invece il frutto virtuale di alcuni intellettuali da salotto in Occidente”.
- “Molti non se la sentono ancora di dire le cose ad alta voce e in modo chiaro. Ma io lo farò... Folle di rifugiati dal Medio Oriente si stanno ora dirigendo verso i paesi dell'Europa meridionale, nella speranza di attraversarli e arrivare in Europa occidentale. Come si può essere sicuri che tra i migranti non ci siano dei "dormienti", degli agenti dormienti o dei terroristi sotto copertura che sono sulla strada per il Vecchio Mondo al fine di sistemarsi in qualche modo poco appariscente in attesa del D-day a venire? E il giorno del D-day usciranno dall’ombra in prima fila per svolgere ancora una volta il ruolo a loro familiare. Ad esempio, di un attentatore suicida che è disposto a rinunciare alla propria vita per la fede e a uccidere più vite umane possibili? Non voglio fare delle profezie oscure, ma non ho dubbi che questo accadrà. Ne sono certo!”.
- “Ci sono dei singoli paesi che si pongono come alfieri della democrazia e violano sfacciatamente il diritto internazionale. Non c’è una legge scritta alla quale riconoscano di sottostare. In realtà, l'unica legge che riconoscono è: "La legge del più forte”. E questa è una vera e propria minaccia. Alla fine, il luogo in cui tutti viviamo, non è la giungla, e nessuno deve sentirsi libero di distruggere l'ordine mondiale costituito”.
- “Amo la storia e so che la Russia è sempre stata vista come una minaccia e con grande diffidenza, per usare un eufemismo. È stato così quando la Russia era un impero ed era governata dagli zar, è stato così nel corso degli anni sovietici, e lo stesso vediamo ancora oggi. Alexander Solzhenytsin ha detto perfettamente, che da tempo immemorabile l'Occidente prova paura per l’enormità della Russia. Enormità, si badi bene! Abbiamo visto adottare le sanzioni contro di noi indietro nel tempo durante il dominio della dinastia dei Romanov. Non c'è niente di nuovo nelle sanzioni (...) Non abbiamo avuto paura in passato, e resteremo saldi anche questa volta”.
- “Non siamo stati noi ad avere adottato le sanzioni, e non stiamo andando a discutere in qualsiasi modo ciò che è necessario fare per il loro annullamento (…) Non vi è alcun motivo per cui dovremmo offrire delle scuse o chiedere perdono”.
- “Un altro ruolo dell'Ucraina nell'ambito del regime attuale delle cose sarà quello di un esportatore di manodopera a basso costo in altri paesi”.
- “Mi sembra che le élite si siano divise all'estero piuttosto che nel nostro paese. Se si analizzano i media occidentali, si potrà notare che quando i funzionari – i ministri, i portavoce, e a maggior ragione, i presidenti o capi di governo - parlano, criticano la Russia senza pietà con un cipiglio sul volto e una voce tremante. Risulta dai loro discorsi che noi abbiamo sbagliato in tutto e ovunque, in Ucraina, in Siria e in qualsiasi altro luogo. Ma quando i politici che hanno lasciato le alte sfere del potere per vari motivi cominciano a parlare, la tonalità dei loro discorsi cambia drammaticamente. I Ministri degli Esteri e della Difesa e altre persone rispettabili che hanno lasciato i loro posti, improvvisamente cominciano a mostrare apertamente solidarietà con la nostra posizione su molte questioni. Che cosa suggerisce questo? Che sei obbligato a parlare in questo modo, e in nessun altro, quando sei al potere. È solo dopo le dimissioni che è possibile esprimere i propri pensieri e punti di vista. Questo non è vietato, ma solo per gli ex funzionari e non per le persone che ricoprono cariche. Coloro che ritornano al potere, ci iniziano a criticare con un nuovo vigore. Sono da lungo tempo abituato a questo. E lo osservo con umorismo”.
- “Ho indossato le uniformi in pubblico due volte nella mia vita. Sottolineo - in pubblico. La prima volta fu nel 2000, per il 55° anniversario della celebrazione della Vittoria. La seconda volta è stato lo scorso maggio. Il ‘Giorno della Vittoria’ è una festa sacra per me, come per molti nostri compatrioti”. 
- “So che c’è un modo di dire che non ci possono essere ex ufficiali dei servizi segreti ... Sì, in effetti, ho trascorso la parte più consapevole della mia vita nei servizi segreti. Venticinque anni non sono uno scherzo. Dovevo fidarmi ciecamente dei mie compagni perché non c'erano possibilità di verifica. Non puoi sospettare i tuoi compagni perché questo è ancora peggiore e più pericoloso”. 
Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club