mercoledì 30 settembre 2015

IL PRIMO VIDEO DEI BOMBARDAMENTI RUSSI CONTRO L’ISIS

Il Ministero della Difesa russo ha rilasciato le prime immagini della campagna di attacco aereo effettuata oggi contro le posizioni dell’ISIS, nella regione di Homs. Il coinvolgimento della Russia nelle operazioni anti-terroristiche in Siria è in conformità con il diritto internazionale e si basa sulla richiesta ufficiale del Presidente della Repubblica Araba Siriana.

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RIUNIONE CON I MEMBRI DEL GOVERNO




Riportiamo la traduzione di una parte dell’intervento tenuto quest’oggi da Vladimir Putin alla riunione con i membri del Governo, incontro principalmente dedicato alla situazione in Siria e alla lotta contro il terrorismo internazionale (Nella foto: Putin durante la riunione di oggi). 

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PRESIDENTE VLADIMIR PUTIN: "Inizieremo con un problema che sarà probabilmente oggetto di molte discussioni quest’oggi, vale a dire, la mia richiesta al Consiglio della Federazione di utilizzare le Forze Armate della Russia oltre i confini del nostro paese. Il Consiglio della Federazione ha esaminato la richiesta e l’ha approvata.

La Siria è il problema. L'unico vero modo per combattere il terrorismo internazionale (e in questo momento i gruppi terroristici internazionali stanno creando il caos in Siria e nei territori dei paesi vicini) è quello di prendere l'iniziativa e combattere e distruggere i terroristi sul territorio che hanno già conquistato invece di aspettare che arrivino a casa nostra.

Sappiamo tutti che migliaia di persone provenienti dai paesi europei, dalla Russia e dalla regione post-sovietica, si sono unite alle fila del cosiddetto Stato Islamico, un'organizzazione terroristica che - voglio sottolineare ancora una volta - non ha nulla a che fare con il genuino Islam. Non c'è bisogno di essere un esperto per capire che se riescono in Siria, torneranno inevitabilmente nei loro paesi, e tra questi c’è anche la Russia.

Tutti sappiamo anche che lo Stato Islamico ha da tempo dichiarato il nostro paese come suo nemico. Oggi, un certo numero di paesi, compresi gli Stati Uniti, l'Australia e la Francia, stanno usando le loro forze aeree per effettuare attacchi aerei contro le posizioni dello Stato Islamico in Siria.

Abbiamo sempre coerentemente sostenuto la lotta contro il terrorismo internazionale. Allo stesso tempo, siamo convinti che essa debba procedere rigorosamente in conformità con il diritto internazionale, in altre parole, sulla base delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o su richiesta del paese che ha bisogno di assistenza militare. Le operazioni dei nostri partner in Siria non hanno nessuno di questi requisiti come loro base, tuttavia riteniamo comunque possibile e necessario unire gli sforzi di tutti i paesi interessati nella lotta contro il terrorismo internazionale basando questo sforzo comune sulla Carta delle Nazioni Unite.

A questo punto, propongo che tutti i paesi interessati, in particolare i paesi della regione, inizino a prendere parte ai lavori del centro d’informazioni – ed eventualmente di coordinamento - a Bagdad.

Abbiamo informato tutti i nostri partner sui piani e sulle azioni in Siria della Russia. Ripeto: il coinvolgimento della Russia nelle operazioni anti-terroristiche in Siria è in conformità con il diritto internazionale e si basa sulla richiesta ufficiale del Presidente della Repubblica Araba Siriana.

Voglio sottolineare un punto, tuttavia, che il conflitto in Siria ha radici profonde ed è il risultato di molti fattori. Tra questi, fattori politici interstatali e nazionali, e differenze religiose e interetniche, che sono state esacerbate da un brusco intervento straniero negli affari della regione.

Date queste circostanze, non abbiamo naturalmente alcuna intenzione di farci impigliare in profondità in questo conflitto. Agiremo in stretta conformità con la missione stabilita. In primo luogo, sosterremo l'Esercito siriano solo nella sua lotta legale contro i gruppi terroristici. In secondo luogo, il nostro supporto sarà limitato agli attacchi aerei, che non comporteranno operazioni di terra. In terzo luogo, il nostro sostegno avrà un periodo di tempo limitato e continuerà solo finché l'Esercito siriano condurrà la sua offensiva antiterrorista.

La nostra opinione è che una soluzione definitiva e di lungo termine per la situazione in Siria sia possibile solo sulla base di una riforma politica e sul dialogo tra tutte le forze sane del paese. Sappiamo che il presidente Assad ne è consapevole, ed è pronto per questo processo. Contiamo sulla sua posizione attiva e flessibile e sulla sua disponibilità a scendere a compromessi per il bene del suo paese e del suo popolo”.

Video: Russia: Putin speaks out as airstrikes on IS positions begin in Syria https://www.youtube.com/watch?v=S-4u-98lcbc

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

L'ISLAM DI PUTIN CHE SCONFIGGE IL TERRORISMO



Ramzan Kadyrov, musulmano, primo ministro della Repubblica Cecena dal 2005 e grande alleato di Putin contro gli estremisti religiosi durante la Seconda Guerra Cecena, ha pubblicato sul suo profilo Facebook una dichiarazione di appoggio incondizionato delle azioni militari contro l'ISIS, che noi riportiamo tradotta di seguito. 

"Io appoggio totalmente la decisione del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin sull'utilizzo delle forse armate della Federazione Russa per la lotta contro i terroristi in Siria. Sono convinto che questo male debba essere liquidato alla radice. Non possiamo aspettare fino a quando essi arriveranno nelle nostre città e paesi. Le azioni della Russia trovano un gran appoggio all'interno del mondo musulmano, poiché lo Stato Islamico rappresenta il peggior nemico dell'Islam. Questi banditi, prima di tutto uccidono i musulmani e distruggono reliquie. E' importante il fatto che la Russia sta agendo seguendo severamente le norme del diritto internazionale. Il Presidente siriano ci ha chiesto aiuto e noi abbiamo risposto positivamente. L'America, l'Australia, la Francia ed altri paesi si comportano da farabutti. In Siria serviranno anche dei consiglieri militari. Se il Comandante Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa Vladimir Putin ci darà l'ordine, noi saremo pronti già da domani ad inviare specialisti di livello mondiale che non hanno eguali in Occidente. Noi abbiamo esperienza e conoscenza. Certamente, per il Presidente non è un compito facile prendere la decisione dell'utilizzo delle Forze Armate in un altro paese. Noi fino ad ora ci siamo limitati ai canali di azione diplomatici e politici in merito. Ma l'America ed i suoi alleati gettano benzina sul fuoco, anziché spegnere il focolaio. E questo focolaio si trova sotto il nostro fianco. Perciò la Russia non poteva aspettare oltre. In questa situazione, noi siamo costretti a dimenticare le discussioni di politica interna e appoggiare in maniera decisa il Presidente, le nostre forze armate ed i nostri piloti, che si trovano al fronte!"

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

AUTORIZZATO L’USO DELLE FORZE AEREE RUSSE CONTRO L’ISIS


La Camera alta del Parlamento russo ha autorizzato questa mattina il presidente Vladimir Putin ad utilizzare le Forze Aeree del paese in Siria, per sostenere il legittimo Esercito siriano nella lotta contro il terrorismo. 
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MOSCA, 30 settembre/TASS/. Il Consiglio della Federazione ha concesso il permesso al presidente russo di utilizzare le truppe del paese in Siria, ha affermato ai giornalisti questa mattina il capo dello staff presidenziale del Cremlino, Sergey Ivanov.
"Il Consiglio della Federazione ha sostenuto all'unanimità la richiesta del presidente - 162 voti a favore [alla richiesta di permesso]", ha detto Ivanov. Nessuno si è astenuto o ha votato contro.
Ivanov ha detto che tutte le questioni sociali e finanziarie relative al sostegno di quei militari russi che parteciperanno all'operazione saranno risolte e le relative decisioni sono già state approvate.
L'USO DELLA FORZA AEREA IN SIRIA È CONFORME ALLE NORME DEL DIRITTO INTERNAZIONALE
Ivanov ha affermato che la Russia userà solo la sua Forza Aerea in Siria contro l’ISIS su richiesta del presidente siriano Bashar Assad.
"Al fine di rispettare la legge internazionale, una delle due condizioni deve essere soddisfatta – o una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite o una richiesta da parte del paese sul cui territorio un attacco aereo viene effettuato, di assistenza militare", ha dichiarato Ivanov ai giornalisti.
"A questo proposito, desidero informarvi che il presidente della Repubblica araba siriana ha indirizzato alla leadership del nostro Paese una richiesta di assistenza militare", ha aggiunto.
"L'obiettivo militare dell’operazione è esclusivamente il supporto aereo delle Forze Armate Siriane nella loro lotta contro l’ISIS”. 
Quest’operazione dall'aeronautica russa è limitata nel tempo e il tipo di armi utilizzate non è stato divulgato. Ivanov ha inoltre aggiunto che i partner della Russia saranno informati oggi della decisione di utilizzare le Forze Aeree Russe in Siria. 
"Tutti i nostri partner e alleati saranno informati oggi della decisione [di utilizzare le Forze Aeree Russe in Siria]. Specifiche informative saranno probabilmente condivise anche con i Ministeri della Difesa,", ha affermato Ivanov.
"Non stiamo perseguendo alcun obiettivo di politica estera o ambizioni, di cui veniamo accusati regolarmente. Il punto è solo quello di difendere gli interessi nazionali della Russia", ha detto Ivanov.
Il capo dello staff presidenziale ha aggiunto che il numero dei cittadini della Russia e dei paesi della Comunità degli Stati Indipendenti (CSI), che si stanno unendo al gruppo terroristico dell’ISIS "sta crescendo a passi da gigante." "Non ci sono già decine, centinaia, ma migliaia di queste persone, alcune delle quali sono già tornate in Russia e si può facilmente immaginare, pur non essendo dei profeti, che continueranno a tornare sul nostro territorio. Così, dobbiamo lavorare in modo proattivo sugli approcci di lungo periodo per prevenire che questo problema insorga più avanti nel nostro Paese”.
Per la Costituzione della Russia, la camera alta del parlamento, il Consiglio della Federazione, ha la responsabilità di decidere in merito alla possibilità di utilizzare le Forze Armate della Russia al di fuori del paese.
L'ultima volta, il Consiglio della Federazione ha utilizzato questo diritto il 1° marzo 2014, quando ha dato il permesso al presidente di usare le Forze della Russia sul territorio ucraino fino alla normalizzazione della situazione.
Il 25 giugno 2014 la camera alta annullò la rispettiva risoluzione su richiesta del presidente Vladimir Putin. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, affermò che la decisione sopraggiunse in contemporanea all’avvio dei colloqui trilaterali sulla risoluzione della situazione nell’Ucraina orientale. 
Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

PUTIN ALL'ONU: VIDEO

Il discorso completo di Vladimir Putin alla 70°Assemblea delle Nazioni Unite [Sottotitoli in italiano]


martedì 29 settembre 2015

IL DISCORSO INTEGRALE DI VLADIMIR PUTIN ALLA 70^ ASSEMBLEA DELLE NAZIONI UNITE, 28 SETTEMBRE 2015.



“Sua eccellenza Signor Presidente,
Sua eccellenza Vice Segretario,
Distinti Capi di Stato e di Governo,

Signore e Signori,
Il 70° anniversario delle Nazioni Unite è una buona occasione per fare il punto della situazione sul passato e per parlare del nostro comune futuro.
Nel 1945 i paesi che sconfissero il nazismo collaborarono insieme per ricostruire le solide fondamenta dell’ordine mondiale successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Lasciatemi che vi ricordi che le decisioni chiave sui principi che rivestono questa cooperazione e la creazione delle Nazioni Unite furono prese nel nostro paese, a Yalta, all’incontro dei capi della coalizione contro Hitler.
Il sistema di Yalta è nato in travaglio. È nato al costo di milioni di vittime e due guerre mondiali che hanno spazzato il pianeta nel XX secolo. Siamo onesti: le Nazioni Unite hanno aiutato l’umanità durante tempi difficili, eventi drammatici, negli ultimi 70 anni. Hanno salvato il mondo da sconvolgimenti di larga scala.
Le Nazioni Unite sono uniche nella rappresentazione di legittimità e universalità. È vero che ultimamente le Nazioni Unite sono state ampiamente criticate per non essere state sufficientemente efficienti e per avere mancato al dovere di assumere decisioni su certe problematiche fondamentali a causa d’insormontabili differenze, tra alcuni membri del Consiglio di Sicurezza in primis.
Vorrei comunque sottolineare che ci sono sempre state differenze alle Nazioni Unite durante i 70 anni della sua esistenza, il diritto di veto è sempre stato esercitato dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dalla Francia, dalla Cina, dall’Unione Sovietica, dalla Russia.
È assolutamente naturale per i rappresentanti di una tale organizzazione. Quando le Nazioni Unite furono create, i suoi fondatori non pensarono che ci sarebbe stata sempre l’unanimità, la missione dell’organizzazione è cercare e trovare compromessi, la sua forza deriva dal prendere in considerazione differenti punti di vista e opinioni.
Decisioni discusse all’interno delle Nazioni Unite possono essere intese come risoluzione o meno. Come dicono i diplomatici, “può passare come può non farlo”. Qualunque azione uno stato intraprenda per scavalcare questa procedura è illegittima e va contro lo statuto delle Nazioni Unite e il diritto internazionale.
Sappiamo tutti che dopo la fine della Guerra Fredda, ne siamo tutti coscienti, è apparso un singolo centro di dominazione mondiale. Coloro che si trovarono ai vertici della piramide furono tentati di pensare che, se erano così forti ed eccezionali, ne sapevano di più, e non dovevano più confrontarsi con le Nazioni Unite che, invece di autorizzare e legittimare automaticamente le decisioni necessarie, spesso creavano ostacoli o, per così dire, erano d’intralcio.
È ormai facile notare come le Nazioni Unite, nella loro forma originale, siano diventate obsolete, avendo raggiunto la loro missione storica. Ovviamente il mondo sta cambiando e le Nazioni Unite devono adattarsi a questa trasformazione naturale. La Russia è sempre pronta a lavorare assieme ai suoi interlocutori sulla base di un largo consenso; tuttavia consideriamo i tentativi di minare la legittimità di altre nazioni come estremamente pericolosi. 
Simili tentativi potrebbero portare al collasso dell’intera architettura delle relazioni internazionali: non ci sarebbero più regole se non quella della forza. Un mondo dominato dall’egoismo invece del lavoro collettivo, un mondo sempre più caratterizzato da direttive invece che uguaglianza. Ci sarebbe meno democrazia genuina e libertà, sarebbe un mondo dove i veri stati indipendenti sarebbero rimpiazzati da dei protettorati controllati dall’esterno.
Che cos’è dunque la “sovranità nazionale”? Come menzionato dai miei colleghi prima di me, è la libertà, la libertà per ogni persona, nazione o stato, di scegliere il proprio destino. Lo stesso vale per la questione della legittimità dell’autorità dello stato. Non si dovrebbe giocare con le parole o manipolarle, ogni termine dovrebbe essere chiaro e trasparente per la legge internazionale, dovrebbe avere un criterio uniformemente comprensibile.
Siamo tutti diversi e dovremmo rispettarlo. Nessuno ha l’obbligo di adeguarsi ad un singolo modello di sviluppo che qualcun’altro ha riconosciuto una volta per tutte come l’unico adeguato. Dovremmo ricordarci tutti cosa ci ha insegnato il passato, ricordarci anche episodi passati della storia dell’Unione Sovietica, esperimenti sociali esportati per ottenere cambiamenti politici in altri paesi basati su preferenze ideologiche hanno spesso condotto a tragiche conseguenze e degradazione invece che progresso.
Sembra, nonostante questo, che invece che imparare dagli sbagli degli altri, tutti stiano ripetendoli. Ecco così che l’esportazione di rivoluzioni, questa volta cosiddette democratiche, continua. Sarebbe sufficiente osservare la situazione in Medio Oriente e in Nord Africa. Certamente i problemi politici e sociali nella regione si sono accumulati da tanto tempo e la popolazione desiderava cambiamenti.
Ma cosa è successo alla fine? Invece di portare riforme, un’aggressiva interferenza straniera ha prodotto una distruzione flagrante d’istituzioni nazionali e la distruzione della vita stessa. Invece del trionfo della democrazia e del progresso abbiamo ottenuto la violenza, la povertà e un disastro sociale. E a nessuno importa nulla dei diritti umani, incluso il diritto alla vita.
Non posso che chiedere a coloro che hanno causato questa situazione: “Vi rendete conto adesso di ciò che avete fatto?”. Ho tuttavia il timore che nessuno mi risponderà. Infatti, le politiche basate sulla presunzione, sul credersi eccezionali e di poter godere dell’impunità, non sono mai state da loro abbandonate. È ovvio, ormai, che il vuoto politico creato in alcuni paesi del Medio Oriente e in Nord Africa ha prodotto l’emergere di aree in cui vige l’anarchia: quest’ultime hanno cominciato immediatamente a popolarsi di estremisti e terroristi.
Decine di migliaia di soldati combattono sotto la bandiera del cosiddetto “Stato Islamico”. Tra le sue fila ci sono anche ex soldati iracheni che sono stati lasciati per strada dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003. Molte reclute arrivano anche dalla Libia, un paese il cui Stato è stato distrutto in palese violazione della risoluzione delle Consiglio delle Nazioni Unite n° 1973.
Ora i ranghi degli estremisti sono coadiuvati dai membri della cosiddetta opposizione siriana “moderata” sostenuta dai paesi occidentali. Prima vengono addestrati e armati poi defezionano allo Stato Islamico. 
A parte questo, lo Stato Islamico non è arrivato dal nulla. È stato creato come strumento per far leva contro regimi secolari indesiderati. Avendo stabilito una testa di ponte in Iraq e Siria, lo Stato Islamico comincia ad espandersi attivamente in altre regioni. Cerca la dominazione nel mondo Islamico e pianifica di andare ben più distante.
La situazione è più che pericolosa. In queste circostanze è ipocrita e irresponsabile fare dichiarazioni rumorose sul terrorismo internazionale mentre si chiudono gli occhi di fronte ai canali di finanziamento e di sostegno ai terroristi, incluse le pratiche di traffico di droga, petrolio e armi. 
È ugualmente irresponsabile provare a manipolare gruppi di estremisti, provare ad assoldarli per raggiungere i propri obiettivi politici sperando di riuscire poi a “gestirli” o, in altre parole, liquidarli, più tardi.
A coloro che credono sia possibile vorrei dire: cari signori, senza dubbio state dialogando con persone crudeli e violente, ma non sono in alcun modo primitive. Sono intelligenti quanto voi e non saprete mai chi sta manipolando chi. I recenti dati sui trasferimenti di armi a questa opposizione “moderata” ne sono la prova migliore.
Crediamo che qualsiasi tentativo di giocare con i terroristi, senza parlare di armarli, sia non solo ceco ma anche potenzialmente incendiario. Tutto ciò potrebbe risultare in un incremento drammatico della minaccia terrorista e abbracciare nuove regioni. Specialmente visto che lo Stato Islamico addestra i propri soldati in vari paesi, inclusi paesi europei.
Sfortunatamente la Russia non è un’eccezione. Non possiamo permettere a questi criminali che conoscono l’odore del sangue di tornare a casa e continuare le loro malefatte. Nessuno lo desidera, non è vero?
La Russia è sempre stata decisa nell’opporsi al terrorismo in tutte le sue forme. Oggi diamo assistenza militare e tecnica sia all’Iraq che alla Siria, dove stanno combattendo gruppi terroristi. Pensiamo sia un enorme sbaglio rifiutarsi di collaborare con il governo siriano e le sue forze armate che stanno combattendo il terrorismo con valore, faccia a faccia. Dovremmo poi riconoscere che nessuno, tranne le forze armate del Presidente Assad e le milizie curde, stanno combattendo veramente lo Stato Islamico e le altre organizzazioni terroristiche in Siria.
Cari colleghi,
Devo notare che l’approccio diretto che la Russia ha avuto è stata oggetto di pretesto per accusarla di crescenti ambizioni (come se coloro che sostengono tutto ciò non ne avessero affatto). Comunque, non riguarda le ambizioni della Russia ma il riconoscere il fatto che non possiamo più tollerare l’attuale situazione nel mondo.
In sostanza suggeriamo che dovremmo essere guidati da valori comuni e comuni interessi invece che ambizioni. Dobbiamo unire i nostri sforzi per affrontare i problemi che ciascuno di noi fronteggia sulle basi della legge internazionale, e genuinamente creare una larga coalizione internazionale contro il terrorismo.
Simile alla coalizione contro Hitler, questa potrebbe unire una larga porzione delle forze che sono desiderose di resistere con risolutezza a coloro che, come i Nazisti, seminano malvagità e odio per l’umanità.
Naturalmente i paesi musulmani sono invitati a giocare un ruolo chiave nella coalizione, specialmente perché lo Stato Islamico non solo li minaccia direttamente, ma dissacra per giunta una delle più grandi religioni del mondo con crimini sanguinosi. L’ideologia dei fondamentalisti fa una caricatura dell’Islam e perverte i suoi autentici valori umanistici. Vorrei rivolgermi ai capi religiosi dei Musulmani: la vostra autorità e la vostra guida è oggi molto importante. È essenziale evitare che la gente reclutata dai fanatici possa prendere decisioni sconsiderate. E quelli che sono già caduti nell’inganno e che, a causa di varie circostanze, si trovano fra i terroristi, devono essere aiutati a trovare la propria strada per una vita normale, deponendo le armi e mettendo fine alla lotta fratricida.
Come Presidente in carica del Consiglio di Sicurezza, la Russia convocherà quanto prima un incontro fra i ministri per analizzare in maniera globale le minacce in Medio Oriente. Prima di tutto, proponiamo che sia discusso se sia possibile convergere su di una risoluzione che consenta di coordinare le azioni di tutte le forze che contrastano lo Stato Islamico e le altre organizzazioni terroristiche.
Ancora una volta, questo coordinamento dovrebbe essere informato ai principi della Carta delle Nazioni Unite. Speriamo che la comunità internazionale sarà in grado di sviluppare una strategia complessiva di stabilizzazione politica e di ripresa sociale ed economica del Medio Oriente. Se questo avvenisse, non ci sarebbe bisogno di nuovi campi profughi.
Oggi il flusso di persone costrette a lasciare la loro madrepatria ha letteralmente congestionato l’Europa. Ora sono centinaia di migliaia, ma presto potrebbero essere milioni. Di fatto, è una nuova, grande e tragica migrazione di popoli. Ed è una severa lezione per gli Europei.
Vorrei sottolineare: i rifugiati, indubbiamente, hanno bisogno della nostra compassione e del nostro sostegno. In ogni caso, l’unico modo per risolvere questo problema alla radice è ripristinare l’autorità statale dove è stata distrutta, rinforzare le istituzioni governative, provvedere un’assistenza globale (militare, economica e materiale) ai paesi che si trovano in una situazione difficile e, certamente, a quei popoli che non abbandonano le loro case nonostante tutte le prove.
Naturalmente ogni assistenza a stati sovrani può e deve essere offerta, non imposta, ed esclusivamente e solamente in ossequio alla Carta delle Nazioni Unite. In altre parole, tutto quanto viene fatto e sarà fatto in questo campo, nella misura in cui osserverà le norme del diritto internazionale, meriterà sostegno. Tutto quanto, al contrario, contravverrà la Carta delle Nazioni Unite, sarà respinto. Soprattutto credo che sia della massima importanza ripristinare le istituzioni governative in Libia, sostenere il governo dell’Iraq e fornire completa assistenza al legittimo governo della Siria.
Colleghi,
Assicurare la pace e la stabilità regionale globale rimane l’obiettivo chiave della comunità internazionale, con le Nazioni Unite al timone. Crediamo che questo significhi creare uno spazio di sicurezza equa ed indivisibile che non sia tale per pochi, ma per tutti. Si, è un impegno faticoso, difficile e che richiede tempo, ma semplicemente non ci sono alternative.
Purtroppo, il costume mentale di ragionare per blocchi contrapposti come nella Guerra Fredda e il desiderio di conquistare nuove aree geopolitiche, è ancora presente fra alcuni dei nostri colleghi. Prima di tutto, hanno continuato la loro politica di espansione della NATO e delle sue infrastrutture militari – e uno si dovrebbe chiedere perché, considerato che il Patto di Varsavia aveva cessato di esistere e che l’Unione Sovietica si era disintegrata. 
Ciò nonostante, la NATO ha continuato ad espandersi, insieme alla sua infrastruttura militare. 
Successivamente, hanno offerto ai paesi dello spazio post sovietico una scelta ingannevole: essere Occidente, o essere Oriente. Prima o poi questa logica di confronto era destinata a produrre una grande crisi geopolitica. Questo è esattamente quanto accaduto in Ucraina, dove il malcontento popolare nei confronti delle autorità al potere è stato strumentalizzato, e dove è stato orchestrato dall’esterno un colpo di stato militare che ha prodotto, come risultato, una guerra civile.
Crediamo che solo una piena e leale attuazione degli accordi di Minsk del 12 febbraio 2015 possa porre fine al bagno di sangue e consentire di uscire dal vicolo cieco. L’unità territoriale dell’Ucraina non può essere assicurata con le minacce e la forza delle armi. Quello che serve è una sincera attenzione per gli interessi ed i diritti della gente della regione del Donbass, e rispetto per la loro scelta. Bisogna concordare con loro, come previsto dagli accordi di Minsk, gli elementi chiave del profilo politico del paese. Questi passi garantiranno la crescita dell’Ucraina come paese civile, come un collegamento essenziale nella costruzione di un comune spazio di sicurezza e di cooperazione economica, sia in Europa che in Eurasia.
Signore e Signori,
Ho menzionato volontariamente il comune spazio di cooperazione economica. Non molto tempo fa sembrava che nella sfera economica, con le sue oggettive leggi del mercato, ci saremmo abituati a vivere senza linee divisorie, che avremmo agito sulla base di regole trasparenti e concordate, inclusi i principi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che affermano la libertà di commercio e di investimento in un contesto di libera competizione.
A dispetto di ciò, al giorno d’oggi, sanzioni unilaterali che aggirano la Carta delle Nazioni Unite sono diventate un elemento quasi fisso del panorama. Oltre a perseguire obiettivi politici, queste sanzioni servono come mezzo per eliminare la concorrenza.
Mi piacerebbe sottolineare un altro segno di crescente “autoreferenzialità economica”. Alcuni paesi hanno scelto di creare associazioni economiche chiuse ed “esclusive”, governate da regole contrattate nei retroscena, al segreto dagli stessi cittadini e dalla comunità degli affari di quei paesi, come dal resto del mondo. Altri stati, i cui interessi potrebbero essere danneggiati, non sono informati di nulla. Sembra che dobbiamo essere per forza messi davanti al fatto compiuto, al cambiamento delle regole in favore di un ristretto gruppo di privilegiati, senza che l’Organizzazione Mondiale del Commercio abbia nulla da obiettare. Questo processo potrebbe sbilanciare completamente il sistema commerciale e disintegrare lo spazio economico globale.
Sono argomenti che toccano gli interessi di tutti gli stati ed influenzano il futuro dell’economia mondiale nel suo complesso. Ecco perché proponiamo di discuterli all’interno delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e del G20.
Contro la politica dell’ “esclusione”, la Russia propone di armonizzare i progetti economici regionali. Mi riferisco alla cosiddetta “integrazione delle integrazioni”, basata su regole del commercio internazionale, universali e trasparenti.
Per esempio vorrei menzionare i nostri piani di interconnettere l’Unione Economica Euroasiatica e l’iniziativa cinese della Cintura Economica della Via della Seta. Crediamo ancora che l’armonizzazione dei processi di integrazione fra l’Unione Economica Eurasiatica e l’Unione Europea sia una prospettiva molto promettente.
Signore e Signori,
Questi argomenti che pesano sul futuro di tutti i popoli includono la sfida dei cambiamenti climatici globali. È nel nostro interesse che la conferenza che si terrà a Parigi a dicembre possa concludersi con un successo. Come parte del nostro contributo nazionale, abbiamo in programma di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas serra del 70-75% rispetto ai livelli del 1990.
Suggerisco, comunque, che si assuma una visione più ampia della materia. Si, possiamo differire il problema per qualche tempo stabilendo quote sulle emissioni dannose o adottando altre misure che hanno un valore solo temporaneo. Ma non risolveremo il problema in questo modo. Ci serve un approccio totalmente diverso. Dobbiamo concentrarci sull’introduzione di tecnologie fondamentalmente nuove ispirate dalla natura che non danneggino l’ambiente ma che siano in armonia con esso. Queste tecnologie potrebbero ristabilire l’equilibrio fra biosfera e tecnosfera, alterato dalle attività umane. È davvero una sfida di portata planetaria, ma ho fiducia che il genere umano possa avere il potenziale intellettuale per affrontarla.
Dobbiamo unire i nostri sforzi. Mi appello, prima di tutto, ai paesi che hanno una solida base di ricerca scientifica e che hanno compiuto progressi significativi nelle scienze fondamentali. Proponiamo di organizzare uno speciale centro di confronto sotto gli auspici delle Nazioni Unite, per una valutazione complessiva delle materie correlate con il depauperamento delle risorse naturali, la distruzione dell’ambiente e i cambiamenti climatici. La Russia sarebbe pronta a co-sponsorizzare un simile centro.
Signore e Signori,
Il 10 gennaio 1946 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tenne la sua prima sessione a Londra. Zuleta Angel, un diplomatico colombiano, Presidente della Commissione Preparatoria, aprì la sessione offrendo, credo, una concisa definizione dei principi basilari che le Nazioni Unite dovrebbero seguire nella loro azione, che sono la buona volontà, disdegnare gli intrighi e gli inganni, e lo spirito di cooperazione. Oggi, le sue parole sono una guida per noi tutti.
La Russia crede nel grande potenziale delle Nazioni Unite, che dovrebbero aiutarci ad evitare un nuovo confronto globale e impegnarci in una cooperazione strategica. Assieme agli altri paesi, lavoreremo con costanza per rafforzare il ruolo di coordinamento centrale delle Nazioni Unite. Ho fiducia che lavorando assieme faremo del mondo un luogo pacifico e sicuro, e forniremo le condizioni per lo sviluppo di tutti gli stati e le Nazioni.
Grazie”.

PUTIN ACCUSA L’OCCIDENTE PER L’ASCESA DEL TERRORISMO

“Vi rendete almeno conto ora di quello che avete combinato?”

Vladimir Putin, 28 settembre 2015, Assemblea Generale dell’ONU


lunedì 28 settembre 2015

PUTIN ALL'ONU


Riportiamo alcuni passaggi significativi dell’intervento tenuto quest’oggi da Vladimir Putin durante la 70esima sessione dell'Assemblea generale dell’ONU.
- “L’export delle rivoluzioni democratiche continua, gli errori non insegnano”.
- “Verrebbe da domandare a chi ha creato questa situazione (le crisi createsi in Africa e Medio Oriente, NdT): “Vi rendete almeno conto di quello che avete combinato?”. Ma temo questa domanda vagherà nel nulla giacchè alla politica basata sulla presunzione della propria esclusività e impunità non hanno rinunciato”.
- “Noi tutti sappiamo che dopo la fine della “Guerra Fredda” è sorto un unico centro di dominazione mondiale. E allora a quelli che si sono ritrovati in cima a questa piramide è venuta la tentazione di pensare che se sono così forti ed esclusivi, allora sanno meglio di tutti quanti quello che si deve fare”.
- “Occorre una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU per il coordinamento delle operazioni di opposizione all’ISIS”.
- “Bisogna creare per davvero una larga coalizione antiterroristica”.
- “Lo Stato Islamico non è solo una minaccia, è un vilipendio allo stesso Islam”.
- “È un enorme errore il rifiuto di collaborare con l’esercito siriano”.
- “È un errore non cooperare con il governo siriano. E’ irresponsabile manipolare gruppi estremisti, è pericoloso dare le armi ai ribelli e giocare con i terroristi. Per combattere l’ISIS, occorre una coalizione internazionale come quella che si creò contro Hitler durante la Seconda Guerra mondiale. L’ISIS non fa altro che prendersi gioco della religione islamica e viola continuamente i diritti umani”. 
- “La crisi in Ucraina è stata provocata dall’esterno”.
- “La pace in Ucraina è possibile qualora si osservino gli interessi della popolazione del Donbass”.
- “Le azioni di qualunque Paese che aggirano il Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono illegittime”.
- “I tentativi di minare l’autorità e la legittimità dell’ONU sono estremamente pericolosi”.
- “Nessuno è obbligato ad aderire a un unico modello di sviluppo”.
- “Occorre ripristinare i governi legittimi... La sicurezza non è di pochi eletti, è di tutti”. 
- “La Russia vede grandi prospettive d’integrazione fra la Comunità Economica Eurasiatica e l’Unione Europea”.
Traduzione del Vladimir Putin Fan Club

domenica 27 settembre 2015

PUTIN: "ASSAD COMBATTE IL TERRORISMO, NELL'ISIS GUERRIGLIERI ADDESTRATI DAGLI USA"



Estratto dell’intervista concessa giovedì scorso alla CBS. 
(http://kremlin.ru/events/president/news/50380)


RUSSIA, SIRIA, IRAQ E IRAN HANNO CREATO UN “CENTRO COMUNE D'INFORMAZIONE” PER COORDINARE LE OPERAZIONI ANTI-ISIS


26 settembre/Russia Today/. Russia, Siria, Iraq e Iran hanno deciso di istituire un centro comune d'informazione a Baghdad, per coordinare le loro operazioni contro i militanti dello Stato islamico (ISIS), secondo quanto riferiscono le fonti.
"L'obiettivo principale del centro sarà la raccolta, l’elaborazione e l’analisi d’informazioni aggiornate sulla situazione in Medio Oriente - in primo luogo per combattere l’ISIS", ha detto ieri una fonte militare-diplomatica alle agenzie di stampa russe. 
Il centro informazioni nella capitale irachena sarà diretto a rotazione da un funzionario di ognuno dei paesi fondatori. La rotazione avrà luogo ogni tre mesi. Secondo la fonte, l'Iraq guiderà il centro per i prossimi tre mesi.
Russia, Siria, Iraq e Iran potranno anche utilizzare il centro d’informazioni per coordinare dei piani di combattimento anti-ISIS, ha detto la fonte, aggiungendo che l'accordo è una pietra miliare per unire i paesi della regione nella guerra al terrorismo - principalmente contro i militanti dello Stato Islamico.
Il centro di comando dell'esercito iracheno ha ieri confermato l'accordo, affermando che è nato dalle "crescenti preoccupazioni di Mosca per la presenza di migliaia di terroristi che provengono dalla Russia e che partecipano agli atti criminali dello Stato islamico", ha riferito a Reuters.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri iracheno, Ibrahim Jaafari, ha annunciato a New York venerdì che l'Iraq non ha ricevuto alcun consigliere militare russo in assistenza alle operazioni di Baghdad.
Venerdì scorso, il canale televisivo americano Fox News, aveva riportato che i quattro paesi stavano stabilendo una "cellula di coordinamento" a Baghdad, ma Dmitry Peskov, portavoce di Vladimir Putin, l’aveva negato. "Abbiamo già affermato che ci sono molte relazioni che non sono vere", aveva dichiarato alle agenzie di stampa.
Recenti notizie di stampa indicano che la Russia sta incrementando la sua cooperazione con la Siria e altri paesi del Medio Oriente nella lotta contro il terrorismo.
I media occidentali dicono che la Russia sta inviando aerei da guerra e carri armati in Siria e sta costruendo una base militare a Latakia, ma i funzionari russi negano, affermando che Mosca sta continuando a rifornire la Siria con le armi in conformità agli accordi bilaterali
"La Russia non ha mai fatto un segreto della propria cooperazione tecnico-militare con la Siria. Il nostro paese è stato a lungo un fornitore di armi ed equipaggiamenti militari alla Siria nell'ambito degli esistenti accordi bilaterali", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, in una dichiarazione rilasciata il 9 settembre.
La Siria si augura che la politica antiterrorismo della Russia sia più efficace della coalizione anti-ISIS guidata dagli Stati Uniti.
"Mosca agisce nel quadro del diritto internazionale, nel rispetto della sovranità del nostro paese e in coordinamento con la Siria", ha detto il ministro degli Esteri siriano, Walid Muallem a RT. "Noi non nascondiamo nulla sotto il tavolo. Consideriamo la Russia come un nostro amico e alleato strategico, che è onesto nelle sue azioni".
La Russia ha a lungo insistito per la creazione di una coalizione anti-terrorista internazionale, per coordinare gli sforzi con l'esercito siriano nella lotta contro i jihadisti.
Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

LORO CREANO I TERRORISTI - LUI LI DISTRUGGE


sabato 26 settembre 2015

PUTIN ZAR?


«La parola Zar? No, non mi si addice. Non è importante il modo in cui gli altri mi chiamano, siano queste delle persone auguranti, amici o oppositori politici. È invece importante cosa tu pensi di te stesso, cosa devi fare nell’interesse del Paese che ti ha affidato la posizione di capo dello Stato russo».
Vladimir Putin, 24 settembre 2015, estratto dall’intervista concessa alla CBS

PUTIN HA LAVORATO PER PIÙ DI UN MESE AL DISCORSO CHE TERRÀ LUNEDÌ ALL’ONU



MOSCA, 25 settembre/TASS/. Il presidente russo Vladimir Putin ha lavorato per oltre un mese al testo del discorso che terrà lunedì alle Nazioni Unite, ha dichiarato venerdì ai giornalisti il portavoce presidenziale, Dmitry Peskov. 
"Il discorso è stato affinato per circa un mese", ha detto Peskov. "Il presidente ha delineato i principali temi poi gli esperti e gli scrittori l’hanno messo su carta per una prima verifica. In seguito, lo stesso presidente ha lavorato sul testo, piacerà a tutti". 
Alla domanda se il viaggio di un giorno a New York - dove il presidente farà un discorso alla sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e s’incontrerà con altri leader, tra cui il presidente americano Barack Obama - sarebbe stato fisicamente difficile per Putin, Peskov ha risposto: "Putin ha già avuto una tabella di marcia ancora più dura", confermando che il viaggio sarebbe durato un giorno.

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

venerdì 25 settembre 2015

IO STO CON PUTIN - 3 OTTOBRE A ROMA


Sabato 3 ottobre, a Roma, dalle ore 16.30 alle 18, presso Piazzale Flaminio, avrà luogo la manifestazione “Io sto con Putin. Per sconfiggere il terrorismo islamico, per fermare la crisi migratoria, per ritrovare la sovranità”. I manifestanti chiederanno anche l’immediata rimozione delle sanzioni alla Russia. La manifestazione è organizzata dal Comitato Italia-Russia e dal Vladimir Putin Italian Fan Club



PUTIN: LA CRISI SIRIANA PUÒ ESSERE RISOLTA SOLO APPOGGIANDO IL LEGITTIMO GOVERNO DI ASSAD



"Non c'è altra soluzione alla crisi siriana se non il rafforzamento delle effettive strutture di governo, fornendole aiuto nella lotta al terrorismo. Qualsiasi azione in senso contrario creerà una situazione come in Libia o Iraq, dove tutte le istituzioni statali si sono disintegrate”, ha affermato ieri Vladimir Putin in un’intervista alla CBS. 
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25 settembre/Sputnik e Tass/. Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che non c'è altra soluzione alla crisi siriana se non quella di rafforzare le effettive strutture di governo, fornendole assistenza nella lotta al terrorismo.
Putin l’ha affermato in un'intervista con il giornalista americano Charlie Rose, in vista della riunione a tu per tu con il presidente Barack Obama, che avrà luogo lunedì a New York. Il frammento dell'intervista è stato pubblicato sul sito web del canale televisivo CBS.
“È mia profonda convinzione che qualsiasi azione in senso contrario, al fine di distruggere il legittimo governo siriano, creerà una situazione che si può osservare ora negli altri paesi della regione, o in altre regioni, per esempio in Libia, dove tutte le istituzioni statali si sono disintegrate. Vediamo una situazione simile in Iraq", ha detto Putin rispondendo ad una domanda sulle intenzioni della Russia in Siria.
"E non c'è altra soluzione alla crisi siriana se non il rafforzamento delle effettive strutture di governo, fornendo loro aiuto nella lotta al terrorismo", ha detto il presidente russo.
Putin ha affermato che vi è la necessità, allo stesso tempo, di esortare le strutture di governo ad "impegnarsi in un dialogo positivo con l'opposizione ragionevole, conducendo le riforme”. Il presidente ha anche sottolineato che "solo il popolo siriano ha il diritto di decidere chi deve governare il proprio paese e in che modo".
L'intervista andrà in onda integralmente alla fine di questa settimana, o all'inizio della prossima.

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club