sabato 31 ottobre 2015

VLADIMIR PUTIN HA ESPRESSO PROFONDO CORDOGLIO PER L'INCIDENTE AEREO IN EGITTO E HA DISPOSTO TUTTE LE NECESSARIE MISURE DEL CASO

Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha espresso le più profonde condoglianze a parenti e amici delle vittime della tragedia aerea dell'Airbus-321, precipitato stamane nella Penisola del Sinai. Nella stessa nota è stato proclamato il 1° novembre giornata di lutto nazionale.
Putin ha incaricato il Primo ministro Dmitrij Medvedev di creare una commissione di inchiesta sul disastro dell'aereo da crociera della “Kogalymavia”.
Il Presidente russo, inoltre, ha ordinato ai ministeri delle Emergenze e della Salute di fornire assistenza ai parenti delle vittime degli incidenti e di inviare aerei del ministero sul luogo dell'incidente dopo aver concordato la mossa con il Cairo.

Una approfondita indagine verrà condotta dal personale del ministero russo per le situazioni d'emergenza, giunto già sul luogo del disastro, cui le autorità egiziane sono pronte a fornire il necessario supporto.

TRAGEDIA AEREA

Il Vladimir Putin Fan Club si stringe ai famigliari delle vittime del volo russo precipitato in Egitto


venerdì 30 ottobre 2015

KADYROV: L’ISIS È UNA MACCHINA MORTALE INVENTATA DAI SERVIZI OCCIDENTALI


“Nessuno ha realmente combattuto i terroristi prima dell’intervento russo”, ha dichiarato quest’oggi il leader ceceno Ramzan Kadyrov. “Oggi centinaia di terroristi si arrendono alle autorità siriane e fuggono travestendosi da donne” (Nella foto: Ramzan Kadyrov). 
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GROZNY, 30 ottobre/TASS/. Nessuno ha realmente combattuto contro lo Stato Islamico prima che la Russia lanciasse la sua operazione aerea contro il gruppo terroristico in Siria, ha affermato questo venerdì il leader ceceno Ramzan Kadyrov.
"La situazione si è allontanata da un punto morto" il 30 settembre, quando gli aerei russi hanno cominciato ad effettuare degli attacchi aerei chirurgici sulle strutture dell’ISIS in Siria, ha dichiarato quest’oggi Kadyrov in una sessione nella città cecena di Gudermes.
"Il presidente russo Vladimir Putin ha preso una decisione chiaramente corretta quando i terroristi dello Stato Islamico hanno cominciato a minacciare il mondo intero. Oggi centinaia di loro si arrendono alle autorità siriane", ha continuato.
"Molti di loro stanno cercando di fuggire travestendosi da donne... Semplicemente hanno percepito una minaccia reale; una percezione che era effettiva. Infatti nessuno li aveva combattuti prima [dell’intervento russo]", ha aggiunto.
"I recenti sviluppi mostrano la vera posizione dell’Europa e dell’America", ha proseguito, sottolineando che i paesi occidentali si possono vedere dietro ad ogni gruppo terroristico in Siria e in Iraq.
"La situazione che si è creata laggiù è chiara anche ad un pazzo. È chiaro che questi gruppi terroristici non si sono messi insieme, non stanno scatenando una guerra per il bene dell'Islam e dei musulmani", ha continuato Kadyrov.
"L’ISIS, che si definisce come un gruppo islamico liberatore, è una macchina mortale inventata dai servizi segreti occidentali", ha detto Kadyrov. Il presidente ceceno ha dichiarato che il lavoro esplicativo tra i giovani ceceni sta producendo risultati. A differenza di quanto succedeva fino a poco tempo, non ci sono quasi più volontari che prendono parte al conflitto siriano. "Sappiamo anche che molti di loro hanno combattuto dalla parte della Stato Islamico in Siria e stanno ora cercando di fuggire dalla zona del conflitto", ha detto Kadyrov durante la sessione.
L’operazione dalle forze aeree russe, cominciata il 30 settembre su richiesta del legittimo governo siriano, è conforme al diritto internazionale. In un mese di bombardamenti sono stati colpiti più di 1600 obiettivi dei terroristi. 
Fonte: 

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

“SOCIETÀ FRA GUERRA E PACE: SUPERARE LE LOGICHE DEL CONFLITTO NEL MONDO DI DOMANI”




Riportiamo la traduzione integrale - nei giorni scorsi ne abbiamo pubblicato solo alcuni passaggi - dell'importante discorso tenuto da Vladimir Putin al Forum Valdai del 22 ottobre 2015 dedicato al tema: “Società fra guerra e pace: superare le logiche del conflitto nel mondo di domani”.

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PRESIDENTE DELLA RUSSIA, VLADIMIR PUTIN:

“Colleghi, signore e signori,

permettetemi di salutarvi qui, a questo incontro periodico del Club Internazionale di Valdai. È vero che per oltre 10 anni questo è stato il contesto per discutere gli argomenti più urgenti e considerare le direzioni e le prospettive di sviluppo della Russia e del mondo intero. I partecipanti cambiano naturalmente ma, nel complesso, quest’appuntamento di confronto mantiene la sua essenza, per così dire, ci siamo trasformati in una sorta di ambiente di mutua comprensione.

Qui la discussione è aperta: questo è un contesto intellettualmente libero per uno scambio di punti di vista, valutazioni e previsioni che sono molto importanti per noi, qui in Russia. Vorrei ringraziare tutti i politici, gli esperti, i funzionari pubblici ed i giornalisti russi e stranieri che hanno preso parte a questi incontri.

Quest’anno la discussione ha per oggetto la guerra e la pace. Quest’argomento è chiaramente stato oggetto di preoccupazione per l’umanità durante l’intero corso della storia. Se risaliamo all’antichità, già allora la gente s’interrogava sulla natura, sulle cause dei conflitti, sulla legittimità ed illegittimità dell’uso della forza, sulla questione se le guerre avrebbero accompagnato per sempre lo sviluppo della civiltà, con la sola interruzione di tregue temporanee, o sarebbe venuto un tempo in cui le dispute ed i conflitti sarebbero stati risolti senza la guerra.

Sono sicuro che voi qui abbiate ricordato il nostro grande scrittore Leone Tolstoj. Nel suo famoso romanzo “Guerra e Pace” scrisse che la guerra è in contrasto con la ragione e con la natura umana, mentre, secondo lui, la pace era un bene per la gente.

È vero: la pace, una vita pacifica, sono sempre stati un ideale per l’umanità. Statisti, filosofi e legislatori hanno sempre promosso modelli per un’interazione pacifica fra le nazioni. Varie coalizioni ed alleanze hanno proclamato che la loro finalità era assicurare una pace lunga e duratura, come si suole dire. In ogni caso il problema è che spesso queste coalizioni hanno poi scelto la guerra come strumento per risolvere le contraddizioni che lievitavano al loro interno, mentre la guerra stessa ha poi fornito la base per stabilire nuove gerarchie post belliche nel mondo.

In effetti la pace, come stato nella dinamica della politica mondiale, non è mai stata permanente e non si è mai prodotta da sola. I periodi di pace nella storia europea e mondiale si sono sempre basati sul mantenimento degli equilibri di forze esistenti. Questo è accaduto nel diciassettesimo secolo, al tempo della cosiddetta Pace di Westfalia, che mise fine alla guerra dei 30 anni. Poi nel ventesimo secolo, al tempo del Congresso di Vienna; e di nuovo 70 anni fa a Yalta, quando i vincitori sul Nazismo presero la decisione di costituire l’Organizzazione delle Nazioni Unite e di stabilire i principi base delle relazioni fra gli Stati.

Con la comparsa delle armi nucleari è diventato chiaro che in una guerra mondiale non ci sarebbero stati vincitori. Ci sarebbe stato solo un esito possibile: la reciproca distruzione assicurata. Così è accaduto che nel suo sforzo per creare armi sempre più distruttive il genere umano ha fatto si che ogni grande guerra diventasse inutile.

Di tanto in tanto i capi politici del mondo negli anni cinquanta, sessanta, settanta ed ancora ottanta, hanno minacciato di usare la forza militare come misura eccezionale. Tuttavia si sono comportati responsabilmente, soppesando tutte le circostanze e le conseguenze possibili.

La fine della Guerra Fredda ha posto fine alla contrapposizione ideologica, ma le questioni che avrebbero potuto provocare delle divergenze o dei conflitti geopolitici sono rimaste sul tavolo. Gli Stati hanno sempre avuto, ed avranno sempre, i loro interessi contrapposti, mentre il corso della storia mondiale è sempre stato contraddistinto dalla competizione fra nazioni ed alleanze di nazioni: tutto questo è assolutamente naturale.

La nostra prima preoccupazione è assicurarci che questa competizione si sviluppi all’interno di una cornice di norme e regole politiche, legali e morali prestabilite. Diversamente la competizione e i conflitti d’interesse potrebbe portare a crisi acute e ad esplosioni drammatiche.

Abbiamo assistito molte volte, in passato, a questo tipo di sviluppi. Oggi, sfortunatamente, siamo nuovamente giunti a fronteggiare situazioni di questo tipo. I tentativi di promuovere un modello di dominio unilaterale, come ho detto in numerose occasioni, hanno prodotto un’alterazione degli equilibri che governano il sistema del diritto internazionale e delle norme che disciplinano i processi globali, il che significa che esiste il pericolo che la competizione politica, economica e militare possa sfuggire dal nostro controllo.

Ad esempio: che pericoli potrebbe comportare per la sicurezza internazionale questa competizione incontrollata? Un numero crescente di conflitti regionali, specialmente in aree di confine, dove gli interessi delle nazioni principali entrano in contrasto. Il possibile naufragio del sistema di non proliferazione delle armi di distruzione di massa (altra eventualità che considero molto pericolosa) che potrebbe, come risultato, innescare una nuova spirale di corsa agli armamenti.

Abbiamo già assistito all’apparizione del concetto del cosiddetto “primo colpo disarmante”, che prevede l’utilizzo di armi non nucleari a lungo raggio e ad alta precisione dagli effetti comparabili a quelli delle armi nucleari.

L’utilizzo della minaccia di un attacco missilistico nucleare iraniano a guisa di pretesto, come sappiamo, ha distrutto la base fondante della moderna sicurezza internazionale, il Trattato Anti-Missili Balistici. Gli Stati Uniti si sono ritirati dal trattato in modo unilaterale. Lo diciamo per inciso: oggi abbiamo risolto la questione iraniana, e non c’è più alcuna minaccia dall’Iran così come, l’ho appena detto, non c’ è mai stata.

Il fattore che sembrava avere condotto i nostri interlocutori americani a costruire un sistema di difesa anti-missile è venuto meno. Sarebbe ragionevole attendersi che i programmi per lo sviluppo del sistema di difesa anti-missile USA vengano dismessi. Invece: che succede? Nulla del genere; anzi, l’opposto: tutto continua.

Recentemente gli Stati Uniti hanno condotto il primo test del sistema di difesa anti-missile in Europa. Cosa significa? Significa che avevamo ragione quando ci impuntavamo con i nostri interlocutori americani. Cercavano ancora una volta di ingannare noi e il mondo intero. Per dire pane al pane: stavano mentendo. La fantomatica minaccia iraniana non c’entrava nulla, non è mai esistita. Quello che si voleva davvero fare era distruggere l’equilibrio strategico, alterare i rapporti di forze a proprio favore, non solo per procurarsi una superiorità, ma per mettersi nella condizione di dettare a chiunque la propria volontà: ai propri avversari geopolitici e, credo, anche ai propri alleati. Questo è uno scenario molto pericoloso, minaccioso per tutti, inclusi, credo, gli stessi Stati Uniti.

Il deterrente nucleare ha perso la sua efficacia. Qualcuno probabilmente ha addirittura concepito l’illusione che sia nuovamente possibile per una parte vincere una guerra mondiale senza conseguenze irrimediabili, inaccettabili (come avvertono gli esperti) per il vincitore, ammesso che ce ne possa essere uno.

Negli ultimi 25 anni le riserve verso l’utilizzo della forza si sono ridotte sensibilmente. La vaccinazione contro la voglia di guerra, assunta da tutti noi a livello psicologico, subconscio, dopo due guerre mondiali, si è indebolita. La percezione stessa della guerra è mutata: per i telespettatori è divenuta man mano ed ormai è considerata una raffigurazione di intrattenimento mediatico, come se nessuno morisse nei combattimenti, come se la gente non soffrisse e come se intere città ed interi paesi non venissero distrutti.

Sfortunatamente la terminologia militare sta diventando parte della nostra vita quotidiana. Nello stesso modo, guerre commerciali e sanzioni sono diventate una realtà nell’economia globale di oggi: questa frase è ormai un luogo comune nel linguaggio usato dai media. Le sanzioni, d’altronde, sono spesso utilizzate come strumento di concorrenza sleale per mettere sotto pressione o azzerare la concorrenza dai mercati. Come esempio potrei additare il dilagare patologico di multe imposte a società, comprese società europee, da parte degli Stati Uniti. Si utilizzano pretesti inconsistenti, e tutti quelli che osano violare le sanzioni unilaterali americane vengono severamente puniti.

Sapete, potrebbero anche non essere affari della Russia, ma questo è un forum di discussione, e allora chiedo: è questo il modo di trattare degli alleati? No, questo è il modo di trattare vassalli che si sono azzardati ad agire secondo la propria volontà, e che vengono colpiti per punizione per il loro cattivo comportamento.

L’anno scorso è stata irrogata una multa ad una banca francese per un totale di quasi 9 miliardi di dollari, 8,9 miliardi, credo. La Toyota ha pagato 1,2 miliardi, mentre la Commerzbank tedesca ha sottoscritto un accordo per pagare 1,7 miliardi al bilancio americano, e così via.

Osserviamo nel contempo lo sviluppo di un processo inteso a creare blocchi economici non trasparenti, un processo sviluppato seguendo praticamente tutte le regole della cospirazione. La finalità è ovvia: riorganizzare l’economia mondiale in un modo che possa rendere possibile assicurarsi maggiori profitti grazie alla superiorità ed al differenziale esistente negli standard che regolano l’economia, il commercio e la tecnologia.

La creazione di blocchi economici attraverso l’imposizione delle regole degli attori principali non renderebbe ovviamente il mondo più sicuro, ma produrrebbe solo bombe ad orologeria, precondizioni per ulteriori conflitti.

Una volta c’era l’Organizzazione Mondiale del Commercio. È vero, la discussione non procede in maniera brillante in quel contesto, e la tornata negoziale di Doha si è risolta in un nulla di fatto. Ma dovremmo continuare a cercare soluzioni e compromessi, perché solo il compromesso può portarci alla creazione di un sistema di relazioni durature in ogni ambito, inclusa l’economia. Al contrario, se ignoriamo le preoccupazioni di alcuni paesi, partecipanti ai colloqui economici, se diamo per scontato che possano essere lasciati in disparte, le contraddizioni non si risolveranno, rimarranno. Il che significa che presto o tardi faranno sentire i loro effetti.

Come sapete, il nostro approccio è diverso. Nell’accingerci a creare l’Unione Economica Eurasiatica, abbiamo provato a sviluppare le relazioni con i nostri interlocutori, incluse le interconnessioni con l’iniziativa economica della Via della Seta cinese. Lavoriamo attivamente su di un piede di parità con i paesi del BRICS, dell’APEC e del G20.

Oggi lo spazio mediatico globale è a sua volta scosso da vere e proprie guerre, come si suol dire. Il “solo corretto” punto di vista, l’unica interpretazione degli eventi vengono imposti alla gente; certi fatti sono nascosti o manipolati. Ci siamo tutti abituati all’usanza di etichettare e di creare l’immagine di un nemico. Le autorità di paesi che sembravano essersi sempre conformate a valori come la libertà di parola e la libera circolazione dell’informazione, una storia che abbiamo ascoltato tanto spesso nel passato, oggi cercano di impedire la diffusione d’informazione oggettiva e di ogni opinione che differisca dalla loro. La chiamano “propaganda ostile” che bisogna combattere, utilizzando sistemi chiaramente antidemocratici.

Sfortunatamente ascoltiamo le parole “guerra” e “conflitto” con frequenza sempre maggiore, quando parliamo di relazioni fra genti di diverse culture, religioni ed etnie. Oggi centinaia di migliaia di migranti tentano d’integrarsi in una società diversa senza avere un mestiere e senza conoscere la lingua, le tradizioni e la cultura dei paesi in cui vanno a stabilirsi. D’altra parte i residenti di quei paesi (e dobbiamo prendere atto apertamente di questo, senza cercare di abbellire la situazione) i residenti, dicevo, sono irritati dalla preponderanza degli stranieri, dal peggioramento delle statistiche relative ai tassi di criminalità, dai soldi dei bilanci statali spesi per i rifugiati.

Certo, molte persone provano un sentimento di solidarietà per i rifugiati, e vorrebbero aiutarli. Il problema è come farlo senza penalizzare gli interessi dei residenti dei paesi di destinazione. In mancanza, lo scontro incontrollato e traumatico di differenti stili di vita può produrre (e in effetti sta già producendo) una impennata di nazionalismo ed intolleranza, facendo affiorare conflitti permanenti in seno alla società.

Colleghi, dobbiamo essere realisti: il potere militare naturalmente è, e rimarrà per un lungo periodo di tempo ancora, uno strumento di politica internazionale. Positivo o negativo, questo è un fatto della vita. La domanda è: sarà usato solo quando gli altri mezzi sono stati esauriti? Quando dobbiamo fronteggiare minacce comuni come, per esempio, il terrorismo, o quando lo facciamo in accordo con le note regole scolpite nel diritto internazionale. O useremo la forza con ogni pretesto, anche solo per ricordare al mondo chi è che comanda, senza darsi il minimo pensiero della legittimità dell’uso della forza e delle sue conseguenze, senza risolvere i problemi, ma solo moltiplicandoli.

Assistiamo a cosa sta accadendo in Medio Oriente. Per decenni, forse addirittura per secoli, conflitti inter-etnici, religiosi e politici ed acute problematiche sociali si sono accumulati in quella regione. In una parola: si stava già preparando una tempesta, quando i tentativi di risistemare con la forza la regione sono diventati la scintilla che ha provocato una vera esplosione, con la distruzione delle organizzazioni statali, un’impennata del terrorismo e, in conclusione, crescenti pericoli per il pianeta.

Un’organizzazione terroristica, il cosiddetto Stato Islamico, si è impadronita e controlla estesi territori. Pensateci: se occupassero Damasco o Baghdad le bande terroriste potrebbero ottenere nella pratica il rango di una potenza ufficiale, potrebbero creare una roccaforte per l’espansione globale. Qualcuno ci ha pensato? È tempo che l’intera comunità internazionale si renda conto di ciò con cui abbiamo a che fare: è, di fatto, un nemico della civiltà e della cultura mondiale che porta con sé una ideologia di odio e barbarie, calpestando, e quindi compromettendo, tutti i valori morali e religiosi, inclusi quelli dell’Islam.

Non c’è bisogno di giochi di parole: non dobbiamo distinguere i terroristi in moderati e non moderati. Ci piacerebbe sapere la differenza. Forse, nell’opinione di certi esperti, i miliziani cosiddetti moderati decapitano la gente su scala minore e in qualche modo più gentile.

Di fatto, noi oggi vediamo un vero e proprio miscuglio di gruppi terroristici. È vero: di tanto in tanto i miliziani dello Stato Islamico, di Jabhat al-Nusra e degli altri eredi e germogli di Al Qaeda si combattono fra loro, ma combattono per il denaro, per conquistare canali di rifornimento, ecco per cosa combattono. Non per ragioni ideologiche. E la loro essenza ed i loro metodi rimangono gli stessi: terrore, omicidio, riduzione delle persone a masse intimorite, impaurite ed obbedienti.

Negli anni passati la situazione si è deteriorata, le infrastrutture dei terroristi sono cresciute, con il numero dei loro seguaci, mentre le armi fornite alla cosiddetta opposizione moderata sono finite nelle mani delle organizzazioni terroristiche. Di più: intere formazioni sarebbero passate dal loro lato marciando, come si suol dire, a bandiere spiegate.

E a cosa è dovuto il fatto che gli sforzi, per esempio, dei nostri interlocutori americani e dei loro alleati nella lotta contro lo Stato Islamico non hanno prodotto risultati tangibili? Ovviamente non è a causa della mancanza di equipaggiamento o di potenziale militare. È chiaro che gli Stati Uniti possiedono un potenziale enorme, il maggiore del mondo: solo che le bugie hanno le gambe corte. Dichiari guerra ai terroristi e nello stesso tempo cerchi di usare alcuni di loro per sistemare gli assetti in Medio Oriente secondo quelli che potrebbero sembrarti i tuoi interessi.

È impossibile combattere il terrorismo se qualche terrorista viene usato come testa d’ariete per rovesciare regimi che non ci piacciono. Non si possono controllare questi terroristi, è solo un’illusione pensare di poterli successivamente gestire, portargli via il potere o mettersi d’accordo con loro.

La situazione in Libia è il migliore esempio di ciò. Speriamo che il nuovo governo riuscirà a stabilizzare la situazione, sebbene questa speranza non sia ancora un fatto. In ogni caso dobbiamo assistere questo processo di stabilizzazione.

Comprendiamo perfettamente che i miliziani che combattono in Medio Oriente rappresentano una minaccia per chiunque, inclusa la Russia. La gente nel nostro paese sa cosa significa un’aggressione terroristica e sappiamo cosa hanno fatto i banditi nel Caucaso del Nord. Ci ricordiamo gli attacchi terroristici condotti a Budennovsk, Mosca, Beslan, Volgograd ed in altre città russe. La Russia ha sempre combattuto il terrorismo in tutte le sue forme, ed ha chiesto con forza una vera unione degli sforzi della comunità globale per combattere questo male. Ecco perché noi abbiamo suggerito di costituire una grande coalizione anti-terrorismo, progetto che ho recentemente esposto in occasione del mio discorso alle Nazioni Unite.

Dopo che le autorità ufficiali della Siria ci hanno contattato per chiederci sostegno, abbiamo preso la decisione di lanciare una operazione militare russa in quella nazione. Lo sottolineo di nuovo: è una iniziativa pienamente legittima, e il nostro unico fine è aiutare a ripristinare la pace. Sono sicuro che le azioni dei militari russi avranno il necessario, positivo, effetto sulla situazione, aiutando le autorità ufficiali siriane a creare le condizioni per le successive azioni necessarie al raggiungimento di un’intesa politica e portando attacchi preventivi contro terroristi che minacciano la nostra nazione. In questo modo aiutiamo tutte le nazioni e le genti che sarebbero certamente in pericolo se questi terroristi tornassero a casa.

Ecco cosa pensiamo sia necessario fare per sostenere la sistemazione a lungo termine nella regione, così come la sua ripresa sociale, economica e politica. Prima di tutto, liberare i territori della Siria e dell’Iraq dai terroristi e impedirgli di spostarsi in altre regioni. Per fare questo dobbiamo unire tutte le forze: gli eserciti regolari iracheno e siriano, le milizie curde, i vari gruppi di opposizione che hanno dato un effettivo contributo nel combattere i terroristi, e coordinare le azioni dei paesi che si trovano dentro e fuori la regione nella lotta al terrorismo. Contemporaneamente, le comuni azioni antiterroristiche devono certamente fondarsi sul diritto internazionale.

In secondo luogo è ovvio che una vittoria militare sulle formazioni dei miliziani non risolverà da sola tutti i problemi. Creerà però le condizioni per la l’obiettivo principale: l’innesco di un processo politico che veda la partecipazione di tutte le forze sane e patriottiche della società siriana. Sono i siriani che devono decidere il loro destino con il sostegno civile e rispettoso della comunità internazionale, e non sotto pressione di forze esterne attraverso ultimatum, ricatti e minacce.

L’eventuale collasso delle autorità ufficiali siriane, ad esempio, non farebbe che galvanizzare i terroristi. Invece di sabotarle, quindi, dobbiamo in questa fase sostenerle, rafforzando le istituzioni statali nella zona teatro di conflitto.

Voglio ricordarvi che, nel corso della storia, il Medio Oriente è stato spesso l’arena in cui si sono scontrati vari imperi e potenze, che hanno ridisegnato i confini e rivoluzionato la struttura politica della regione in modo da farla corrispondere alle proprie preferenze ed ai propri interessi. In realtà nessuno ha mai chiesto agli abitanti la loro opinione. Gli ultimi a scoprire cosa sta succedendo nelle proprie nazioni sono proprio quelli che in Medio Oriente ci vivono.

Naturalmente questi fatti ci mettono davanti alla domanda: non sarebbe ora, per la comunità internazionale, di coordinare tutte le proprie azioni con la gente che vive in questi territori? Io credo che siamo già molto in ritardo: queste persone (come tutte le persone) devono essere trattate con rispetto.

Il coinvolgimento del clero musulmano, dei capi dell’Islam e dei capi di Stato delle nazioni musulmane nel processo di sistemazione politica è cruciale. 

Contiamo sulla loro posizione consolidata e sulla loro assistenza, così come sulla loro autorità morale. È molto importante proteggere il popolo, specialmente i giovani, contro gli effetti distruttivi dell’ideologia dei terroristi, che stanno cercando di usarli - né più né meno - come carne da cannone. Dobbiamo tracciare una chiara linea distintiva fra il vero Islam, i cui valori sono la pace, la famiglia, gli atti caritatevoli, il soccorso al prossimo, il rispetto delle tradizioni, e le menzogne e l’odio che i miliziani hanno spacciato come Islam autentico.

Quarto: abbiamo bisogno di perfezionare un programma per lo sviluppo economico e sociale della regione, per ripristinare le infrastrutture di base, gli alloggi, gli ospedali e le scuole. Solo questo genere di lavoro sul terreno dopo l’eliminazione del terrorismo ed il raggiungimento di una sistemazione politica potrà arrestare l’enorme flusso di profughi diretti verso le nazioni europee, e convincere quelli che se ne sono andati a fare ritorno alle loro terre natali.

È chiaro che la Siria avrà bisogno di una massiccia assistenza finanziaria, economica ed umanitaria per curare le ferite della guerra. Abbiamo bisogno di determinare il quadro al cui interno potremo assolvere a questo compito, coinvolgendo nazioni donatrici e istituzioni finanziarie internazionali. Già ora i problemi della Siria vengono discussi presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali, nel contesto delle discussioni diplomatiche. Per ora si tratta di un compito arduo, non riusciamo sempre a raggiungere un’intesa, ed è dolorosamente difficile abbandonare attese su quello che avrebbe potuto essere e calcoli ingiustificati, tuttavia si registra qualche progresso.

Vediamo che vengono gradualmente stabiliti contatti fra i dipartimenti militari all’interno del quadro delle operazioni anti-terrorismo, sebbene non così velocemente e attivamente come ci sarebbe piaciuto. L’approvazione del documento russo-americano sulle linee di sicurezza per le missioni di volo delle aeronautiche dei due paesi è un passo serio nella giusta direzione.

Siamo anche vicini ad iniziare uno scambio di informazioni con i nostri colleghi occidentali sulle posizioni e sui movimenti dei miliziani. Tutti questi sono di certo passi nella direzione giusta. La cosa più importante, per essere aperto e onesto, è comunque considerarci alleati in una battaglia comune. Solo in questo modo possiamo assicurarci la vittoria sui terroristi.

Con tutta la drammaticità presente nella sua attuale situazione, la Siria può diventare un modello di collaborazione in nome di interessi comuni, della risoluzione di problemi che affliggono tutti, e di sviluppo di sistemi efficaci di gestione dei rischi. Abbiamo già avuto quest’opportunità alla fine della Guerra Fredda. Sfortunatamente non ne abbiamo approfittato. Abbiamo avuto di nuovo quest’opportunità all’inizio degli anni 2000, quando la Russia, gli Stati Uniti e molte altre nazioni si sono trovate minacciate dalle aggressioni terroristiche e, sfortunatamente, nemmeno allora siamo stati in grado di stabilire una buona dinamica per la cooperazione. Non ritornerò, nel finale, sulle ragioni per le quali siamo stati incapaci di farlo. Credo che tutti le conoscano già. Ora, quello che è importante è imparare la lezione giusta da quello che è accaduto nel passato e procedere oltre.

Ho fiducia che l’esperienza che abbiamo acquisito e la situazione odierna ci permetteranno, infine, di compiere la scelta giusta: di scegliere la cooperazione, il mutuo rispetto e la fiducia reciproca, di scegliere la pace.

Grazie molte per la vostra attenzione”. 

Fonte
1. http://sakeritalia.it/sfera-di-civilta-russa/vladimir-putin/valdai-xii-il-discorso-completo-di-vladimir-putin/
2. http://en.kremlin.ru/events/president/news/50548

giovedì 29 ottobre 2015

PUTIN VUOLE ELIMINARE IL DOLLARO DAL COMMERCIO RUSSO

28 ottobre 2015/Russia Today/. Il presidente russo Vladimir Putin ha aspramente criticato il governo per aver chiuso un occhio sui pagamenti in dollari nel commercio petrolifero nazionale.
"Vorrei parlare di un tema cruciale per lo sviluppo del settore energetico, e per l'economia nel suo complesso. Mi riferisco alla questione di fermare finalmente l'uso della valuta estera nel commercio interno", ha dichiarato martedì Putin durante la commissione presidenziale sul carburante e l’energia.
Putin ha posto la domanda al ministro delle Finanze russo. "Signor Siluanov, non sono i regolamenti in valuta estera proibiti dalla legge [russa]? Ma cosa abbiamo in pratica? Le tariffe per il trasbordo dei prodotti petroliferi e di petrolio greggio nei porti russi di Novorossiisk, Taman, Ust-Luga, Kozmino, Primorsk e altri - sono direttamente prezzati in dollari USA o denominati in dollari USA sui sistemi di trading online, praticamente in tempo reale", ha reclamato il presidente.
"Questo è, naturalmente, inaccettabile. Contraddice direttamente la legislazione vigente. Non capisco cosa le autorità di monitoraggio stiano facendo in questo caso", ha aggiunto Putin.
Putin ha anche sottolineato l'importanza di non utilizzare il dollaro nel commercio internazionale, un obiettivo che è entrato nell'ordine del giorno del Cremlino da quando le relazioni con gli USA si sono deteriorate a causa dell'Ucraina.
"Abbiamo bisogno di prendere seriamente in considerazione il rafforzamento del rublo nei regolamenti; questo include anche i prodotti petroliferi ed energetici russi. Abbiamo anche bisogno di un maggior uso delle monete nazionali nelle transazioni con i paesi che sono nostri partner commerciali attivi", ha aggiunto il presidente.
Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

mercoledì 28 ottobre 2015

COLPITI 118 OBIETTIVI DEI TERRORISTI NELLE ULTIME 24H - MINISTERO DELLA DIFESA RUSSO



Gli aerei militari russi hanno aumentato il numero delle missioni di combattimento in Siria per via dell’aumento della ricezione di comprovati dati di ricognizione sulle infrastrutture dell’ISIS. 

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MOSCA, 28 ottobre/TASS/. Il raggruppamento dell’aviazione russa ha attaccato 118 strutture dell'organizzazione terroristica dello Stato Islamico in Siria nelle ultime 24 ore, ha dichiarato quest’oggi il portavoce del Ministero della Difesa, il Mag. Gen. Igor Konashenkov.

"Gli aerei del raggruppamento della forza aerea russa nella Repubblica Araba Siriana hanno effettuato 71 missioni nelle ultime ventiquattro ore contro 118 strutture terroristiche nelle province di Idlib, Homs, Hama, Aleppo, Damasco e Latakia", ha dichiarato il Maggior Generale.

Secondo Konashenkov, i bombardieri Su-24M russi hanno distrutto un posto di comando dei militanti dotato di un hub per le comunicazioni e di un grande deposito di munizioni, scoperto da un aeromobile a pilotaggio remoto nei pressi del villaggio di Salma, nella provincia di Latakia.

"Dopo diverse ricognizioni, i bombardieri Su-24M hanno effettuato un bombardamento distruggendo completamente l'impianto", ha detto Konashenkov.

Un posto di comando dell’organizzazione terroristica di Jaish al-Islam, che si trovava nei pressi della capitale siriana Damasco, così come un posto di comando dell'organizzazione terroristica di Jabhat al-Nusra nell’area dell’insediamento di Tel-Bisa, nella provincia di Homs, sono stati distrutti.

Il gruppo aereo russo in Siria ha distrutto una grande sede nascosta usata per la distribuzione di armi e munizioni ai terroristi, ha informato il portavoce del Ministero della Difesa.

"I Su-25 jet hanno distrutto una grande sede nascosta usata per la distribuzione di armi, munizioni e materiale ai terroristi, nella provincia di Idlib", ha dichiarato Konashenkov. "Una bomba ha colpito un camion carico di munizioni e ha distrutto sia il camion che il deposito nelle vicinanze".

Secondo quanto riferito da Konashenkov, altri attacchi sono stati effettuati contro le infrastrutture esposte dei militanti, che erano state precedentemente messe fuori servizio o accuratamente mascherate.

"Queste sono, prima di tutto basi, i centri di transito e le roccaforti dei terroristi, nonché i posti di comando", ha detto.

Secondo Konashenkov, tutti gli aerei russi nella base aerea di Khmeimim in Siria sono tecnicamente efficaci, e ci sono abbastanza munizioni e carburante di riserva.

Gli aerei militari russi hanno aumentato il numero delle missioni di combattimento in Siria a causa della maggior ricezione di comprovati dati di ricognizione sulle infrastrutture dello Stato Islamico, ha continuato a dire il portavoce del Ministero della Difesa russo.

"Come potete vedere, il numero delle missioni di combattimento è aumentato a causa del fatto che abbiamo iniziato a ricevere più accurate informazioni di ricognizione, che vengono confermate attraverso vari canali, circa la posizione degli obiettivi delle infrastrutture terroristiche", ha detto Konashenkov.

"Questo fatto è una risposta convincente alle varie fonti anonime di certi media stranieri che si prendono la libertà di fare affermazioni infondate sulla presunta scarsa validità tecnica dei nostri aerei", ha infine osservato Konashenkov. 


Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

MICHELE PLACIDO STA CON PUTIN


28 ottobre 2015/. "Putin numero uno in Europa per politica estera", la sua Russia ortodossa, "a differenza del debole Occidente, è un baluardo contro l'Islam", al quale in questo momento "vanno mostrati i muscoli": Michele Placido, a Mosca per una serata su Dante con il collega Andrei Koncialovski, non esita a difendere ed elogiare il leader del Cremlino e la sua politica muscolare e a mettere all'inferno i politici italiani da Renzi a Berlusconi. (…) "Putin – afferma Placido - è il leader più capace, ha una statura internazionale straordinaria, può darsi che questo momento richieda persone con un po’ più di coraggio, di chiarezza, capaci di assumersi delle responsabilità di fronte alla storia". "Capisco che gli americani non lo amino ma credo che uno come Putin sia più utile all'Europa di quanto possiamo pensare, starei attento a non farcelo troppo nemico", ammonisce.
Dopo aver criticato come "errori madornali" gli interventi americani in Iraq e in Libia, "dove non c'erano americani da salvare ma solo pozzi di petrolio da prendere e fare business puro", Placido spezza una lancia a favore dell'intervento russo in Siria: "alla fine c'è più decisione da parte di Putin, ci può sembrare una scelta sbagliata ma dimostra di avere più forza, e in questo momento bisogna mostrare i muscoli all'Islam. Io sono convinto che la Russia ortodossa sia un baluardo molto più forte - dell'Occidente, ndr - per opporsi anche un domani all'Islam. Se certi meccanismi di strategia religiosa dovessero andare oltre nei prossimi decenni, io credo che qui ci sia un punto fermo, dove l'Islam o il terrorismo islamico non passa, da noi può passare perchè c'è un atteggiamento politico e religioso fragile, buonista, poco chiaro".
Fonti:

martedì 27 ottobre 2015

VODKA E CAVIALE



“La grande trasformazione dell’economia russa ha bisogno di un rapporto stretto con l’Europa, è una questione vitale, per questo penso che la scelta europea sia conveniente per noi e per loro. Come ho sempre detto, Europa e Russia sono vodka e caviale, ma solo il rasserenamento della situazione ucraina può sanare i rapporti che si sono avvelenati in questo periodo: l’Ucraina deve essere ponte e non campo di battaglia”. 

Romano Prodi, 23 ottobre 2015, Forum Eurasiatico di Verona


lunedì 26 ottobre 2015

ECCLESTONE: PUTIN DOVREBBE DIRIGERE L’INTERA EUROPA



Il patron della Formula 1, Bernie Ecclestone, ha spiegato in un’intervista concessa sabato scorso in occasione del suo 85° compleanno, il perché tenga nel suo ufficio un ritratto del presidente russo Vladimir Putin.

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25 ottobre 2015/Sputnik/. Il presidente russo Vladimir Putin dovrebbe dirigere l’intera Europa, ha dichiarato sabato scorso il direttore esecutivo della Formula 1, Bernie Ecclestone, in un'intervista concessa per il sito Formula1.com (https://www.formula1.com/content/fom-website/en/latest/interviews/2015/10/85-up---exclusive-q-a-with-bernie-ecclestone.html), alla vigilia del suo 85° compleanno.

Durante la conversazione, l’intervistatore ha chiesto ad Ecclestone sui ritratti dei vari personaggi famosi appesi alle pareti del suo ufficio, tra cui quello di Vladimir Putin, e ha domandato circa le persone che lo abbiano colpito di più. Rispondendo alla domanda, Ecclestone si è riferito a persone come Enzo Ferrari e Colin Chapman, sostenendo come non ci siano leader in Europa paragonabili a Vladimir Putin per quanto riguarda le doti di leadership, suggerendo che il presidente russo debba governare l'intero continente per realizzare il proprio potenziale.

“Putin sta perdendo il suo tempo in Russia. Dovrebbe dirigere l’intera Europa. È l’unico in grado di farlo!”, ha dichiarato Ecclestone. 

Il patron della Formula 1 aveva già pubblicamente elogiato in passato le qualità del Presidente Putin, definendolo in particolare una "persona di prima classe".

La Russia ha ottenuto una tappa del campionato mondiale di Formula 1 nel 2010, quando l’allora primo ministro russo Vladimir Putin partecipò alla cerimonia della firma del contratto tra Ecclestone e il centro russo Omega per l'organizzazione in Russia di una tappa del campionato di F1 a Sochi dal 2014 al 2020. Mosca stava conducendo delle trattative con gli organizzatori del campionato mondiale di Formula 1 dai tempi di Leonid Brezhnev. Ecclestone ha sostenuto che finché sarà vivo, il Gran Premio di F1 si terrà a Sochi.

Fonti: 

Traduzione e adattamento a cura del Vladimir Putin Italian Fan Club

domenica 25 ottobre 2015

PUTIN SULA GUERRA DELL'INFORMAZIONE


“Oggi anche lo spazio dell'informazione globale è scosso da una guerra, in un certo senso. Viene aggressivamente imposta un’unica interpretazione degli eventi e un unico punto di vista “corretto”, alcuni fatti vengono nascosti o manipolati. Tutti noi siamo ormai abituati alla pratica dell’etichettatura e della creazione dell'immagine del nemico. Le autorità di quei paesi che sembrava facessero sempre appello a valori quali la libertà di espressione e la libera circolazione delle informazioni – ne abbiamo sentito parlare così tanto in passato! - stanno ora cercando di impedire la diffusione di punti di vista alternativi e di un’informazione obiettiva, qualificandola come propaganda nemica che dovrebbe essere apertamente combattuta, chiaramente con mezzi non democratici".
Vladimir Putin, 22 ottobre 2015, Forum Valdai
Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

PUTIN: NON È LA DEMOCRAZIA AI NOSTRI CONFINI CHE TEMIAMO, MA LA NATO

“Per democrazia gli americani intendono l’espansione della NATO verso i nostri confini?” 
Vladimir Putin, 22 ottobre 2015, estratto della discussione con Jack Matlock - ex ambasciatore americano in Unione Sovietica - Forum Valdai. 


SORRISO

“Non sapremo mai quanto bene può fare un semplice sorriso". 
(Madre Teresa di Calcutta)



sabato 24 ottobre 2015

MOSCA: 600 JIHADISTI IN FUGA VERSO L’EUROPA

"Oltre 600 militanti dell'ISIS hanno abbandonato le loro posizioni in seguito ai raid russi in Siria e stanno fuggendo verso l'Europa".
Generale Andrei Kartapolov, vice-capo di Stato Maggiore russo, 3 ottobre 2015


SIRIA: PARROCO DI ALEPPO, BENE INTERVENTO RUSSO CONTRO ISIS


"L'85% della popolazione è d'accordo. Ora abbiamo acqua e luce"
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21 ottobre 2015/ANSAmed/. "Da quando sono intervenuti i russi con gli aerei la nostra situazione è migliorata tantissimo. Qui ad Aleppo ora abbiamo elettricità e acqua. I russi sono riusciti a cacciare via gli uomini dell'Isis perché hanno bombardato zone sensibili jihadiste". Così il parroco di Aleppo, Fra Ibrahim Alsabagh, ai microfoni di inBlu Radio, network delle radio cattoliche italiane, ha commentato i bombardamenti russi in Siria contro l'offensiva dell'Isis.
"Vediamo l'intervento russo - ha aggiunto il parroco di Aleppo - positivamente", perché "ha aiutato l'esercito regolare a difendere maggiormente il popolo. Abbiamo sentito che gli uomini dell'Isis hanno cominciato dal primo giorno ad evacuare tante zone, noi non possiamo sapere se questi che stanno scappando sono uomini dell'Isis con le loro famiglie o del popolo siriano", ma "oltre l'85% della popolazione siriana vede con occhi positivi l'intervento russo sul territorio".
"Alcuni gruppi jihadisti - ha concluso il parroco di Aleppo - continuano in zone limitate a lanciare missili sulle abitazioni ma in modo meno frequente" e ora, oggi, "l'acqua viene più spesso e in modo più frequente, ci sono sempre disagi ma almeno viene più di prima. Tra la popolazione è tornato un lieve sollievo".

venerdì 23 ottobre 2015

PUTIN: LE STRADE DI LENINGRADO MI HANNO INSEGNATO UNA COSA - SE LA RISSA È INEVITABILE, COLPISCI PER PRIMO

"Per questo è meglio combattere i terroristi in Siria, invece che aspettare che arrivino qua".
Vladimir Putin, 22 ottobre 2015, Forum Valdai


PUTIN: I PAESI EUROPEI SONO TRATTATI COME "VASSALLI" DAGLI STATI UNITI

Vladimir Putin, 22 ottobre 2015, estratto dell’intervento tenuto ieri al Forum Valdai di Soči.


PAUL CRAIG ROBERTS: "LA CIA POTREBBE ASSASSINARE PUTIN"

Da Infowars, il programma di Alex Jones, di giovedì 16 ottobre 2015.
Traduzione a cura di Pandora TV. 

Paul Craig Roberts, economista e opinionista statunitense, è stato Assistente Segretario del Tesoro nell'amministrazione di Ronald Reagan.


PUTIN: I PAESI EUROPEI SONO TRATTATI COME "VASSALLI" DAGLI STATI UNITI

Vladimir Putin, 22 ottobre 2015, estratto dell’intervento tenuto ieri al Forum Valdai di Soči.



giovedì 22 ottobre 2015

PASSAGGI SIGNIFICATIVI DELL'INTERVENTO DI PUTIN A SOČI


Riportiamo la traduzione di alcuni passaggi significativi dell’intervento tenuto oggi dal presidente Vladimir Putin al Forum di Valdai svoltosi a Soči. 
- "Perché giocare con le parole e dividere i terroristi in moderati e non -moderati. Qual è la differenza?".
- "I ribelli “moderati” uccidono un numero limitato di persone o utilizzano dei metodi gentili per decapitare le loro vittime? La comunità internazionale deve finalmente rendersi contro di cosa ci troviamo di fronte – il nemico della civiltà, dell’umanità e della cultura mondiale".
- "Il successo nella lotta contro i terroristi non può essere raggiunto se si utilizzano alcuni di loro come un ariete per rovesciare regimi sgraditi (...) È solo un'illusione che possano essere trattati successivamente, che possano essere rimossi dal potere e che vi si possa negoziare”.
- "Abbiamo deciso di avviare un'operazione militare russa in Siria dopo aver ricevuto una richiesta da parte delle autorità ufficiali siriane. Vorrei ribadire che ciò è assolutamente legittimo. Il suo unico scopo è quello di contribuire a stabilire la pace".
- "Le azioni militari russe in Siria produrranno il necessario impatto positivo sulla situazione e aiuteranno il governo ufficiale a creare le condizioni per delle azioni successive in merito ad una soluzione politica”. 
- "L'operazione anti-terrorismo in Siria aiuterà Mosca ad effettuare un attacco preventivo contro i terroristi, che minacciano anche la Russia, e ad aiutare tutti quei paesi e quei popoli che sarebbero sicuramente in pericolo se questi terroristi tornassero alle loro case".
- "La vittoria militare sugli uomini armati non risolverà tutti i problemi, ma creerà le condizioni per la cosa fondamentale – l’avvio del processo politico con la partecipazione di tutte le forze orientate in senso patriottico della società siriana".
- “Non siamo finora sempre riusciti a comprenderci. È terribilmente difficile abbandonare le aspettative di ciò che sarebbe potuto accadere e i calcoli ingiustificati. Ma comunque c’è del miglioramento. Vediamo che dei contatti tra i servizi militari vengono gradualmente organizzati nel quadro dell'operazione antiterrorismo, anche se non attivamente e velocemente come vorremmo”.
- "I Siriani devono decidere da loro stessi il proprio destino, con un’assistenza esclusivamente giusta e corrispondente della comunità internazionale”.
- "È ovvio che la Siria richiederà degli aiuti finanziari, economici, umanitari su larga scala, per guarire le sue ferite dopo la guerra. Abbiamo bisogno di definire un formato, all’interno del quale si possa svolgere questo lavoro con la partecipazione anche dei Paesi donatori e delle istituzioni finanziarie internazionali (...) Solo un tale lavoro produttivo, da fare immediatamente dopo l'eliminazione del terrorismo e della soluzione politica, potrà fermare l'enorme flusso di rifugiati verso i paesi europei e far tornare in patria chi già l’ha lasciata".
- "Sono stati condotti i primi test della difesa missilistica statunitense in Europa. Che cosa significa? Significa che quando stavamo discutendo con i nostri partner americani, avevamo ragione. (...) Hanno fatto dei tentativi regolari per sviare noi e il mondo intero o, in termini più semplici, per ingannarci. La questione non si riferisce ad una presunta minaccia nucleare, che non è mai esistita, ma ad un tentativo di distruggere l'equilibrio strategico, di cambiare i rapporti di forza in proprio favore, in modo di non solo dominare, ma anche di essere in grado di dettare la propria volontà a tutti - ai propri rivali geopolitici e, credo, pure ai propri alleati”.
- "Avevamo il diritto di aspettarci che i lavori per lo sviluppo del sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti si fermassero. Ma niente di simile è accaduto, e continuano".
- "Il processo di formazione in corso dei blocchi economici rasenta i metodi della cospirazione (…) L'obiettivo è chiaro - riformattare l'economia globale per trarre maggiori ricavi dalla propria posizione dominante, diffondere i propri standard di sviluppo economico, commerciale e di regolamentazione tecnica".
- "Le sanzioni sono diventate uno strumento di concorrenza sleale. Vengono puniti severamente coloro che osano violare le sanzioni unilaterali. Vorrei chiedervi se questo sia un modo giusto di trattare gli alleati. No, questo è un modo in cui si trattano i vassalli che hanno osato agire di propria iniziativa, e che sono quindi da punire per il proprio comportamento scorretto".
- "Vengono aggressivamente imposti un unico punto di vista considerato giusto e un’unica interpretazione degli eventi, alcuni fatti vengono nascosti e messi a tacere Tutti noi siamo ormai abituati alla pratica dell'etichettatura e della creazione dell'immagine del nemico".
- "Le autorità dei paesi che si appellano ai valori della libertà di espressione e della libera diffusione delle informazioni – ne abbiamo sentito parlare così tanto in passato - stanno ora ponendo delle barriere alla diffusione di informazioni obiettive e di punti di vista alternativi, definendoli come una propaganda nemica che dovrebbe essere apertamente combattuta con mezzi non democratici".
- "I tentativi di portare avanti un modello di dominazione unilaterale ad ogni costo minacciano il sistema del diritto internazionale e l’equilibrio globale (…) Ciò significa che vi è il rischio che la concorrenza - politica, economica e militare - possa andare fuori controllo. Inoltre, questo può provocare un declino del sistema di non proliferazione ADM, ciò che io vedo come molto pericoloso. Ciò porterebbe ad un’altra spirale della corsa agli armamenti".
Fonte: 

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club

SFIANCATI DAI RAID RUSSI, I MILITANTI DELL’ISIS SCAPPANO TRAVESTITI DA DONNE E SENZA BARBA


Gli attacchi aerei russi hanno completamente minato il morale dei terroristi dell’ISIS, che cercano di scappare oltre il confine turco-siriano nascondendosi sotto al niqab e tagliandosi la barba, per poi inserirsi nelle file dei profughi.
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19 ottobre 2015/ LifeNews.ru/ Gli attacchi delle Forze Aeree russe in Siria hanno completamente minato il morale dei terroristi dell’ISIS che fuggono in massa dalle loro posizioni per scappare in Turchia. Allo stesso tempo, secondo il giornale britannico Daily Mail, i militanti - per cercare di superare senza problemi il confine turco-siriano - si radono la barba e si vestono con il niqab, il tradizionale abito islamico per le donne.
I giornalisti britannici hanno trovato vicino ad Aleppo intere confezioni di rasoi utilizzati e numerosi resti di rasature di barbe. Lo stesso è stato osservato nelle vicinanze di Hama. I terroristi si travestirebbero poi da donne sotto al niqab, per superare inosservati il confine turco ed entrare così nelle file dei profughi diretti in Europa. Secondo i media britannici, questo fatto la dice lunga circa l'efficacia delle operazioni anti-terroristiche in Siria a seguito dell’intervento russo. 
Ricordiamo che dal 30 settembre le Forze Aeree russe, in collaborazione con l'intelligence siriana, stanno conducendo un’operazione anti-terrorismo contro i militanti dell’ISIS e delle altre organizzazioni terroristiche islamiche presenti in Siria. L’operazione russa è stata richiesta dal legittimo governo siriano ed è conforme al diritto internazionale. 

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club