domenica 29 marzo 2015

IO STO CON PUTIN

L'Italia e l'Europa si avvicinano ad un bivio. A scelte decisive.
Noi sappiamo con chi bisogna stare.
Stare con Putin significa stare con l'Italia.
Diffondiamo le nostre idee.
Ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli.


venerdì 27 marzo 2015

INSIEME PER DIFENDERE L'EUROPA




Europa-Russia: un’intensa indispensabile contro il terrorismo

I russi e gli europei hanno lo stesso nemico, il fanatismo sunnita, che li minaccia da tutto il Mediterraneo. Il pericolo maggiore, in questo momento, è quello. L’Europa deve costruire di conseguenza la propria politica di difesa e di sicurezza e le sue relazioni con la Russia. 

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27 marzo 2015/Sputnik/. Attore di secondo rango rispetto alle potenze locali e agli Stati Uniti, la Russia, tuttavia, sta facendo ritorno sulla scena del Mediterraneo, dopo che vi si era ritirata a seguito del crollo dell'Unione Sovietica. Le autorità russe stanno profittando di circostanze favorevoli, interne ed esterne, che le consentono di nuovo di condurre una politica dalle ambizioni ragionevoli.

Circostanze interne prima di tutto: nonostante le sue attuali difficoltà economiche, la Russia ha acquisito, tra il 2000 e il 2013, i mezzi finanziari per fornire sostegno ai paesi della regione, per comprare amicizie e alleanze.

Circostanze esterne poi: mentre una certa disaffezione si manifesta in Grecia, a Cipro e nei balcanici nei confronti del modello dell'Unione europea e delle drastiche politiche di austerità imposte da Bruxelles, la Russia trova l'occasione di accrescere la propria influenza all’interno di queste nazioni che le sono vicine per cultura, sia questa slava o ortodossa. La possibilità per le forze militari russe di vedersi concedere delle strutture a Cipro, nella base aerea di Paphos e nel porto di Limassol, è stata evocata. Alcuni membri della UE, la Grecia e Cipro non hanno ugualmente esitato ad acquistare armi russe, mentre Vladimir Putin e Alexis Tsipras, che si incontreranno l'8 aprile, hanno moltiplicato i messaggi di amicizia l’un con l’altro.

Le esportazioni di armi, richiamata più sopra, è uno dei principali vettori della diplomazia russa che le consente di rafforzare la propria influenza nel Mediterraneo. Poiché Mosca ha denunciato molto presto le conseguenze della "Primavera Araba" - che ha portato al potere degli islamisti radicali (Egitto, Tunisia), alle guerre civili (Siria), e agli Stati falliti (Libia) - la Russia è considerata dai paesi minacciati da turbolenze simili come un valido alleato, in grado di fornire loro le armi potenzialmente capaci di mantenere l'ordine all’interno e di proteggerli da un eventuale intervento occidentale.

La Russia non avrebbe mai potuto rimettere piede in Egitto, se gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non avessero con tanta veemenza denunciato la repressione dei Fratelli Musulmani da parte del governo del maresciallo al-Sissi. Oggi, quest’ultimo, sta negoziando l’acquisto di armi da Mosca per un totale di oltre due miliardi di dollari, discute dell’aiuto russo che permetterebbe all’Egitto di espandere il dispositivo del Canale di Suez, mentre le materie prime agricole egiziane hanno sostituito sui banchi russi le merci europee su cui Mosca ha imposto l'embargo.

Il partenariato militare-industriale con l'Algeria è stato ulteriormente rafforzato, nonostante le divergenze che si sono verificate nel 2007, nel corso di un contratto per la fornitura di Mig-29 difettosi.

Per quanto riguarda l'alleanza russa con la Siria - mentre si accenna timidamente alla necessità di cercare la collaborazione di Bashar al-Assad per combattere gli islamisti radicali dello Stato Islamico (EI) - non è mai stata così solida, tanto quanto la sensatezza della messa in guardia russa contro la caduta dei regimi baathisti.

E l'influenza russa non si limita solo agli Stati arabi. Israele, dove vivono oggi più di un milione di russofoni, mantiene ugualmente dei legami sempre più stretti con la Russia, in particolare nel settore dell’informazione anti-terrorismo. Tel Aviv si è astenuta dal voto sulla risoluzione delle Nazioni Unite che condannava l'intervento russo in Crimea. Per lo Stato ebraico, che ha annesso apertamente (Golan) o di fatto (gli insediamenti in Cisgiordania) dei territori esteri, sarebbe stato difficile denunciare la Russia su questo punto, mentre Mosca mantiene forti capacità di condizionamento attraverso, in particolare, le attrezzature militari che può fornire alla Siria o all'Iran.

La Russia, nel complesso, non ha un peso nel Mediterraneo paragonabile a quello delle principali potenze locali. Tuttavia Mosca ha sistematicamente rafforzato la propria posizione, in particolare dall'inizio della 'Primavera Araba'.

Questa crescente influenza è talvolta percepita come una minaccia, un’espressione di espansionismo. Eppure è possibile considerare in modo diverso il ruolo crescente della Russia nel Mediterraneo. Condividiamo con Mosca molti interessi nella zona, sia a livello economico che di sicurezza. Mentre il rischio di attacchi islamici non è mai stato considerato così elevato nella UE, mentre lo Stato Islamico aumenta le sue atrocità sul fronte siro-iracheno e mentre la Libia e le bande sahelo-sahariane sprofondano nell'anarchia e nel terrorismo, tutti siamo consapevoli che la minaccia non è la Russia, ma i movimenti armati wahhabiti, che sono oggi insediati sulla costa libica, a 350 chilometri dall’Italia.

In questa situazione, la cooperazione con Mosca - che conduce dal 1994 una guerra senza tregua contro questi gruppi fondamentalisti - è una carta vincente di cui sarebbe assurdo e pericoloso privarsi. La Francia non sarebbe stata capace di intervenire in Mali e nella Repubblica Centrafricana senza i grandi jumbo Antonov-124 appartenenti ad un’azienda di proprietà al 50% di azionisti russi, la Volga-Dnepr. I servizi segreti russi hanno sempre fornito informazioni alle loro controparti americane, inglesi, francesi sui movimenti dei terroristici islamici. Allo stesso tempo, i russi e gli iraniani sono stati i primi a dare assistenza materiale per sostenere i governi di Damasco e Baghdad che, per quanto autoritari, sono tuttavia oggi giudicati preferibili dalle cancellerie occidentali rispetto ai sostenitori di Abu Bakr al Baghdadi.

Russi ed europei hanno lo stesso nemico, il fanatismo sunnita, che li minaccia da tutto il Mediterraneo, a prescindere dalla costa considerata. Il pericolo maggiore, in questo momento, è quello. Bisogna costruire di conseguenza la nostra politica di difesa e di sicurezza e le nostre relazioni con la Russia.

Philippe Migault

http://fr.sputniknews.com/points_de_vue/20150327/1015351313.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)

ITALIA USA E GETTA

Mentre la Nato gioca alla Guerra Fredda, l’Italia ci rimette

“Dall'escalation di questa crisi noi europei abbiamo solo da rimetterci, perché si mettono in discussione i rapporti commerciali con Mosca, il blocco degli affari con la Russia è gravissimo per noi italiani. Siamo a rischio con l'approvvigionamento del gas”, afferma Gianandrea Gaiani, analista militare, direttore di "Analisi Difesa".

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26 marzo 2015/Sputnik/. Inviare armi letali a Kiev? Il congresso degli Stati Uniti ha votato di sì. La situazione attorno al conflitto ucraino rimane sempre molto tesa.
Nel frattempo nei Paesi Baltici e in Polonia sono in atto le esercitazioni della Nato "Atlantic resolve" e il mese prossimo 300 paracadutisti americani addestreranno i soldati della guardia nazionale ucraina. Si mostrano i muscoli quindi e si torna a giocare alla Guerra Fredda. Quanto potrebbe venire a costare questo gioco all'Europa e in particolare all'Italia?
Sputnik Italia si è rivolto per una riflessione in merito a Gianandrea Gaiani, analista militare, direttore di "Analisi Difesa".

- QUALI SONO SECONDO LEI LE MOTIVAZIONI DELLE ESERCITAZIONI NATO "ATLANTIC RESOLVE" NEI PAESI BALTICI E IN POLONIA?
- La prima motivazione è che i Paesi Baltici e la Polonia hanno chiesto alla NATO, in particolare agli Stati Uniti, una maggiore presenza militare e un maggior numero di esercitazioni sul loro territorio a scopo di deterrenza. Questi Paesi considerano gli attivismi militari russi nei confronti della crisi ucraina come una minaccia. Non si tratta solo della crisi ucraina, ma anche di tutte le esercitazioni che la Russia sta attuando da diverso tempo e degli sconfinamenti di aeroplani russi che dal Baltico si avvicinano allo spazio aereo polacco.
C'è un altro ordine di motivi: l'esigenza degli Stati Uniti di dare una risposta a questi Paesi aumentando la presenza americana nella parte orientale della NATO a ridosso della Russia e dell'Ucraina, dove la crisi ancora persiste.

- CHI CI GUADAGNA DI PIÙ SECONDO LEI DA QUESTO CLIMA DI TENSIONE?
- Non so chi ci guadagna, ma so chi ci rimette. Ci rimettiamo noi europei tutti, perché la crisi con la Russia per noi non è conveniente sotto nessun punto di vista. Questo non è dovuto alle esercitazioni, è così da più di un anno, dal Maidan in avanti. La destabilizzazione dell'Ucraina ha rappresentato un colpo forte per la Russia. Non sono d'accordo con la valutazione che la Russia stia muovendo delle minacce all'Occidente. In Ucraina c'è stato un golpe, il governo di prima era riconosciuto dalla comunità internazionale. Dopo questo colpo di stato la Russia tramite i separatisti sta cercando di riguadagnare un po' di terreno in Ucraina. Da quel golpe la Russia ne è uscita sconfitta, perché ha perso l'area di influenza su un Paese che da sempre rappresentava una priorità strategica russa.
Dall'escalation di questa crisi noi europei abbiamo solo da rimetterci, perché si mettono in discussione i rapporti commerciali con Mosca, il blocco degli affari con la Russia è gravissimo per noi italiani. Siamo a rischio con l'approvvigionamento del gas.
Gli americani hanno sempre spinto per l'escalation di questa crisi, lo dimostra anche l'invio di truppe americane per addestrare battaglioni della guardia nazionale ucraina. I comandanti NATO parlano della necessità di armare Kiev, ma lo fanno da ufficiali americani. Nella Nato non ci sono solo gli Stati Uniti. L'America vuole creare una frattura fra l'Europa e la Russia.
L'Europa però non condivide queste iniziative, e gli USA rischiano di allargare sempre più le differenze nell'Atlantico. Molti Paesi europei vogliono evitare l'escalation, lo dimostrano i negoziati diretti voluti da Hollande con la Merkel e Putin. La visita di Renzi a Mosca ha confermato che l'Italia ha una sua politica estera, che vuole smorzare ogni tensione, perché gli interessi che abbiamo con la Russia sono tanti. La NATO sta rischiando grosso se diventa lo strumento degli Stati Uniti, invece di essere uno strumento difensivo comune.

- COME POSSONO ESSERE GIUSTIFICATI EVENTUALI INVII DI ARMI LETALI A KIEV DA PARTE DEI PAESI NATO?
- Per ora quello che è arrivato a Kiev sono dei radar campali. Gli inglesi hanno fornito blindati e altro materiale, che non è di grandissima attualità né può avere un'influenza strategica se riprendessero i combattimenti. È un segno comunque che la NATO sostiene Kiev. Farlo adesso a mio avviso in assenza di una soluzione duratura e stabile nella situazione dell'est ucraino, è un modo per innalzare la tensione e creare una escalation, che non dovrebbe essere cercata da nessuno. Se la Nato fornisce armi letali a Kiev, nessuno dovrà poi accusare la Russia se farà altrettanto con i separatisti del Donbass.

http://it.sputniknews.com/opinioni/20150326/176190.html



15 ANNI DI PUTIN

n 15 anni di Putin è decuplicato il PIL russo

Uno dei personaggi senza dubbio più discussi al momento nel mondo è il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin. E’ raro trovare in Occidente grandi giornali che lo difendano, infatti, da “destra” a “sinistra” la stragrande maggioranza dei gruppi editoriali e dei partiti politici si unisce mediaticamente e politicamente alla crociata anti-russa portata avanti prima di tutto dalla NATO e dunque dal paese guida di questa alleanza militare, ossia gli Usa.

Inutile dire che negli Stati Uniti non vi sono formazioni politiche rilevanti che non condannino a priori l’operato del Presidente russo. Come potrebbe essere diverso in Europa occidentale, occupata militarmente da settant’anni dall’esercito degli Stati Uniti d’America (solo l’Italia ha nel proprio territorio 114 basi militari statunitensi, di cui due con 50 testate nucleari l’una; senza contare il Muos, sistema di controllo satellitare di droni utilizzati per il mantenimento del dominio mondiale a stelle e strisce)?

Fatta eccezione per alcuni gruppi politici di estrema sinistra e di estrema destra che sostengono il leader russo, e fatta eccezione per Silvio Berlusconi, che tra le tante e controverse vicende che lo riguardano ha senz’altro il merito di aver curato gli interessi nazionali italiani nei rapporti con la Russia e col suo Presidente, tutto il resto del panorama politico italiano, in primis gli attuali partiti di governo, conduce una disastrosa campagna anti-russa, concretizzatasi anche nell’appoggio al regime golpista di Kiev, autore di crimini contro l’umanità verso le popolazioni russofone della Novorossija.

È estremamente simpatico vedere il Presidente americano Obama accusare ripetutamente Putin di essere un dittatore autoritario, come altrettanto simpatiche risultano queste dichiarazioni quando provengono dai vertici dell’Unione Europea.

Obama in questi anni ha distrutto la Libia con i bombardamenti NATO e sostenendo i cugini libici dell’ISIS, li ha armati anche in Siria contro il regime di Bashar Al Assad, ha organizzato il golpe filo-americano di Kiev dando il via ad una guerra spaventosa contro la Russia da parte della junta di Kiev (guerra descritta come “invasione russa” dai deliranti media occidentali, senza uno straccio di prova), è presidente di un paese in cui ci sono circa 60 milioni di poveri ed in cui la sanità è a pagamento (a differenza della “dittatoriale” Russia), le truppe del suo paese sono dislocate in decine di paesi di tutto il mondo e la spesa militare americana è la voce maggiore delle spese pubbliche dello Stato americano.

Per quanto riguarda l’Unione Europea, è ormai cosa nota in Occidente che le sue politiche di austerità hanno causato danni giganteschi a paesi mediterranei come la Spagna, l’Italia, la Grecia (letteralmente distrutta) ed il Portogallo, come del resto anche in Francia, dove il primo partito con oltre il 25% dei voti è proprio quello anti europeista e filo russo della Le Pen. Come è cosa nota che la Commissione Europea non è eletta dal popolo in nessuna forma, e che l’unico organo eletto dai popoli europei è il Parlamento Europeo, che, però, non ha alcun potere decisionale. Quanti di voi conoscono Herman Van Rompuy? Pochi. Quanti di voi l’hanno votato? Nessuno. Eppure detiene un immenso potere all’interno della Ue, senza nemmeno uno straccio di voto popolare. Ed i suoi tecnocrati si permettono di dare del “dittatore” ad un leader che ha vinto ininterrottamente le elezioni da 15 anni, le prime nel 2000 col 52% di voti, senza essere al governo e quindi senza avere alcuna possibilità di organizzare brogli, al di là della propaganda occidentale.

Analizziamo invece i 15 anni di Putin dal punto di vista economico, così forse capiremo i perchè di tanto attaccamento del popolo russo al suo leader.

(…) I numeri, che si riferiscono al periodo 1999-2013 (in attesa di quelli del 2014), parlano chiaro: il Pil è passato da 195 miliardi di dollari a 2.113, il pil pro-capite da 1.320 a 14.800 dollari, le riserve valutarie e aurifere da 12,6 a 511 miliardi di dollari, il debito pubblico dal 78% del Pil all’8%, le pensioni da una media di 499 rubli a 10.000, mentre gli stipendi da 1.522 rubli a 29.940.

Mentre il sistema bancario occidentale crolla sulle spalle dei contribuenti, colui che viene descritto come un “dittatore” sta difendendo e salvando il suo paese. Sono i dati che parlano, ed agli occidentali non rimane che appellarsi alla contrarietà di Putin verso i matrimoni gay o blaterare di invasione russa in Ucraina, quando è l’Ucraina ad aver invaso le libere repubbliche di Donetsk e Lugansk, diventate indipendenti con liberi referendum nel Maggio dell’anno scorso.

Questi maestri di libertà (americana) tacciono però se in Arabia Saudita, fraterna amica degli Usa e partner strategico americano in Medio Oriente per il petrolio, gli omosessuali vengono condannati a morte o se questo paese, che finanzia da anni l’ISIS ed Al Qaeda (vi sono decine di report di giornalisti di tutto il mondo in materia facilmente reperibili dal web), invade senza alcuna autorizzazione da parte della Comunità Internazionale lo Yemen, com’è avvenuto proprio ieri. Lì il colpo di stato non è stato filo-occidentale, come in Ucraina l’anno scorso, ma filo-iraniano. Dunque per l’Occidente ben venga un’invasione saudita contro gli alleati dell’eterno nemico iraniano, colpevole, come la Russia di Putin, di difendere la propria sovranità dall’usura bancaria e delle bombe democratiche della NATO che tante sofferenze hanno inferto a libici, siriani, iraqueni, afghani, serbi…ed europei.

Pasquale Andrea Calapso

http://blogautsicilia.com/2015/03/27/in-15-anni-di-putin-e-decuplicato-il-pil-russo/



giovedì 26 marzo 2015

INTERVENTO ALLA RIUNIONE DELL'FSB

I passaggi più significativi dell’intervento tenuto quest’oggi da Vladimir Putin alla riunione del consiglio di amministrazione del FSB, il servizio segreto della Federazione Russa. 
- “Stanno usando tutto il loro arsenale di mezzi per la cosiddetta deterrenza della Russia: dai tentativi d’isolamento politico e di pressione economica alla guerra dell’informazione su vasta scala e alle operazioni dei servizi speciali. Come è stato recentemente dichiarato apertamente: chi non è d'accordo, sarà periodicamente posto sotto pressione. Tuttavia, questo non funziona con la Russia; non lo ha mai fatto e mai lo farà”.
- “La NATO sta sviluppando le sue forze d’intervento rapido e sta potenziando la sua infrastruttura vicino ai nostri confini. Tentativi vengono fatti per violare la parità nucleare esistente, i segmenti europeo ed asiatico-pacifico del sistema ABM vengono sviluppati ad un ritmo accelerato”.
- “Vorrei ricordarvi che il ritiro unilaterale da parte degli Stati Uniti dal trattato sui missili anti-balistici ha abbattuto il fondamento del sistema della sicurezza internazionale moderna. Nuovi sistemi completamente nuovi vengono sviluppati per essere in grado di effettuare un ‘attacco fulmineo globale' e di condurre operazioni nello spazio”.
- “Siete consapevoli del fatto che dei cittadini della Russia e di altri paesi della CSI vengono addestrati presso i cosiddetti ‘punti caldi’, anche all'interno dei gruppi dello Stato islamico sul territorio della Siria e in altri paesi. In seguito potranno essere usati contro di noi, contro la Russia e i suoi vicini”. 
- “I servizi speciali occidentali continuano con i loro tentativi di utilizzare le organizzazioni pubbliche, non governative e politicizzate, per perseguire i propri obiettivi, principalmente per screditare le autorità e destabilizzare la situazione interna alla Russia. Stanno già programmando le loro azioni per le prossime campagne elettorali del 2016-2018”.
- “Come ho già detto in numerose occasioni, lo ripeto ancora una volta: siamo pronti al dialogo con l'opposizione, noi continueremo la nostra collaborazione con la società civile nel senso più ampio del termine. Abbiamo sempre ascoltato le critiche costruttive alle azioni delle autorità o alla mancanza di tali azioni a qualsiasi livello. Questo dialogo e questa collaborazione sono sempre utili, sono di vitale importanza per qualsiasi paese, compreso il nostro. Tuttavia, è inutile entrare in una discussione con coloro che operano eseguendo ordini esterni, per gli interessi di qualche altre paese e non del loro”.
- “Dobbiamo continuare i nostri sforzi per sostenere le aziende russe all'estero e per proteggere i loro interessi. La concorrenza economica è dura, come sapete. Non tutti i concorrenti delle società russe sono disposti a lavorare onestamente. I principi comuni del commercio, della cooperazione e degli investimenti sono stati violati. Assistiamo a tentativi di compromettere la reputazione aziendale delle società russe in ogni modo possibile. Bisogna rispondere a questo, senza indugio e con competenza, nel raggio della vostra autorità”.
(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)
(Nelle foto: Putin durante la riunione di oggi).
Video: Putin: La Russia non si farà intimidire dalla pressione occidentale: https://www.youtube.com/watch?v=ifZrvsBJ-_g

PERCHE' QUEST'UOMO E' UNA LEGGENDA


RIVOLUZIONI COLORATE

Rischi elevati che gli USA ricorrano alle tecniche delle ‘rivoluzioni colorate’ contro la Russia 

"Le avanzate tecniche delle 'rivoluzioni colorate' saranno impiegate in modo sempre più ampio al fine di estromettere i regimi politici invisi agli Stati Uniti, la probabilità di un loro uso contro la Russia è piuttosto elevato", ha affermato il Consiglio di Sicurezza russo.

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Mosca, 25 marzo/TASS/. Vi è un grande rischio che gli Stati Uniti possano utilizzare il ‘know-how’ delle ‘rivoluzioni colorate’ contro la Russia, ha affermato il Consiglio di Sicurezza nella sua analisi relativa alla nuova Strategia di Sicurezza degli Stati Uniti.

"Le avanzate tecniche delle 'rivoluzioni colorate' saranno impiegate in modo sempre più ampio al fine di estromettere i regimi politici invisi agli Stati Uniti e la probabilità del loro uso contro la Russia è piuttosto elevato", ha detto il Consiglio di Sicurezza russo nell'analisi pubblicata sul suo sito web.

Gli specialisti del Consiglio di Sicurezza affermano che in generale la strategia di Washington si basa sul principio dell’eccezionalità statunitense e sull’asserzione del diritto ad agire unilateralmente per sostenere i propri interessi in tutto il mondo, avendo una forte spinta anti-russa.

Per quanto riguarda il rapporto con la Russia, il Consiglio di Sicurezza ritiene probabile che gli Stati Uniti intendano continuare con la politica volta ad isolare la Russia nel lungo termine, anche imponendo restrizioni alle sue possibilità nelle esportazioni di petrolio e gas.

Gli specialisti del Consiglio di Sicurezza hanno notato una serie di potenziali minacce nel documento statunitense.

"A lungo termine, gli Stati Uniti, in collaborazione con i propri alleati, continueranno con la propria politica che mira all’isolamento politico ed economico della Russia, tra cui la restrizione delle sue possibilità di esportazione delle risorse energetiche, estromettendo i suoi prodotti militari da tutti i mercati, allo stesso tempo creando difficoltà per la produzione di prodotti high-tech in Russia", afferma l'analisi pubblicata sul sito web del Consiglio di Sicurezza.

La Casa Bianca ha pubblicato - lo scorso 6 febbraio - la recentemente adottata ‘Strategia di Sicurezza Nazionale’ del 2015. Il documento analizza sia le principali minacce per gli Stati Uniti, così come sono viste da Washington, sia i modi e i mezzi che dovrebbero essere utilizzati per affrontare queste minacce.

Nell’ottobre del 2014 il capo del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Nikolai Patrushev, ha apertamente accusato gli Stati Uniti di avere un ruolo nelle attuali turbolenze in Ucraina e nei conflitti militari in Georgia e nel Caucaso, affermando che questi erano i risultati diretti della politica anti-russa dell'amministrazione USA.

Patrushev ha rivelato in una conferenza stampa che gli analisti dell'intelligence hanno stabilito che i servizi speciali americani stavano eseguendo un programma anti-russo che risale agli anni ‘70 e che si basa sulla strategia di Zbigniew Brzezinski ‘dei punti deboli’, la politica di trasformare i potenziali problemi dell'avversario in crisi di vasta scala.

http://tass.ru/en/russia/784857 e http://rt.com/politics/243981-russia-america-security-strategy/

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



mercoledì 25 marzo 2015

NEMICI DELL'EUROPA

Infidi sabotatori: gli USA cercano di rovinare le relazioni UE-Russia

Heinz-Christian Strache, politico austriaco e leader del “Partito della Libertà”, si oppone all’intento degli Stati Uniti di rovinare le relazioni europee con la Russia e ha avvertito del pericolo di una Terza Guerra Mondiale.

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24 marzo 2015/Sputnik/. Il leader del “Partito della Libertà austriaco” (FPÖ), Haines Christian Strache, ha sollecitato a non considerare la Russia come un aggressore ma piuttosto a prestare attenzione alle attività degli Stati Uniti e dell'Unione europea, riferisce il quotidiano tedesco "Die Presse".

“Non è stata la Russia ad essere l’aggressore negli ultimi decenni, espandendo la propria influenza militare verso il confine dell'Unione europea", ha affermato Strache nel corso di un evento organizzato a Vienna dall’Associazione di Amicizia austro-russa. "Al contrario, è stata la NATO - con l'Unione europea - che ha cercato di espandersi verso i confini della Russia", ha aggiunto il politico.

Strache ha fortemente criticato le sanzioni europee contro Mosca, affermando che a causa loro "l'economia austriaca subirà almeno 1 miliardo di euro di perdite". I settori più colpiti sono il commercio, il turismo e l'agricoltura.

Il politico ha anche sottolineato che le ONG finanziate dall'estero hanno giocato un ruolo importante durante gli eventi a piazza Maidan, aggiungendo che il cambio di potere a Kiev è stato incostituzionale.

Ha anche sostenuto che “i ‘falchi’ americani e alcuni strateghi stanno gettando benzina sul fuoco” aggiungendo che “le circostanze attuali fanno aumentare le possibilità di un potenziale scoppio di una Terza Guerra Mondiale."

http://sputniknews.com/europe/20150324/1019954249.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



sabato 21 marzo 2015

OMAGGIO A SERGEY LAVROV

Omaggio a Sergey Lavrov per il suo 65° compleanno (1/6)

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Oggi dedicheremo sei brevi post - un nostro umile omaggio e riconoscimento - a colui che è stato ininterrottamente Ministro degli Esteri della Russia dal 2004 ad oggi, in tutti questi anni svolgendo il proprio lavoro con professionalità e coerenza, voce autorevole di un paese a cui Vladimir Putin ha ridato orgoglio e dignità: Sergey Lavrov.

Arriverà il giorno in cui anche l'Italia avrà diplomatici di tal stazza? Noi crediamo di sì; prima però, bisogna adempiere al compito N°1: liberare la nostra nazione dall'occupante statunitense. Un compito senz'altro lungo e faticoso.

Cominciamo però fin da ora col piede giusto, prendendo esempio e ispirazione da quelle persone che possono stimolare gli italiani a ridare dignità al proprio paese. Tra queste c'è sicuramente Sergey Lavrov.

Per questo oggi vogliamo compartecipare al lieto evento del suo 65° compleanno e per questo ci sentiamo di dire, con sincerità e stima: "Tanti auguri Sergey".



COMPLEANNO LAVROV

Omaggio a Sergey Lavrov per il suo 65° compleanno (2/6)

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"Oggi un vero diplomatico è una persona erudita che ha una profonda conoscenza della storia, prima di tutto di quella del suo paese, che conosce tutti i rischi e gli eventi che si sono verificati al di fuori del suo Stato nel corso degli ultimi anni, secoli e millenni. 

Oggigiorno, in qualsiasi regione del mondo, la storia ritorna, sia sotto forma di rinascita dei sentimenti religiosi sia nel rinnovo dei progetti dei potenti imperi di una volta – poi crollati - ma che ora possono rivivere in altre forme e unificazioni.

Quindi, ripeto, un diplomatico dovrebbe conoscere la storia ed essere una persona erudita. Dovrebbe avere una perfetta padronanza di diverse lingue straniere e, naturalmente, della sua lingua nativa, il russo, perché tutto quello che facciamo è alla fine incarnato nei documenti.

Le abilità psicologiche sono indubbiamente importanti perché in questa professione, come in un certo numero di altre, è molto importante saper "sentire" l'interlocutore, capire in che misura sia pronto a parlare con voi in modo aperto e confidenziale.

Tuttavia, tutti questi sono soltanto metodi e "accessori". Prima di tutto, un diplomatico deve amare la sua Patria ed essere pronto a metterci il cuore per servirla. Queste non sono parole pretenziose. Senza queste qualità non si fa’ niente nel lavoro diplomatico".

Sergey Lavrov, Ministro degli Esteri russo, 10 Febbraio 2013

http://www.mid.ru/bdomp/brp_4.nsf/e78a48070f128a7b43256999005bcbb3/670212761e9e1b4b44257b14003fd429!OpenDocument



venerdì 20 marzo 2015

NEMICI DELL'EUROPA (1)

L’obiettivo USA: distruggere i rapporti tra l’Europa e la Russia, costi quel che costi

Washington farà tutto il possibile per tenere divise Bruxelles e Mosca, una loro alleanza sarebbe una minaccia troppo grave al proprio status di unica superpotenza e al proprio "diritto storico" di governare il mondo.

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20 marzo 2015/Sputnik/. Le barriere tra i continenti, le cortine di ferro che separano i popoli e l'instabilità nel mondo, beneficiano solo gli Stati Uniti, che cercano di mantenere il proprio dominio globale, afferma il mensile americano CounterPunch.

"Se il Dipartimento di Stato non avesse avviato il colpo di stato per rovesciare il legittimo presidente ucraino Viktor Yanukovich, gli Stati Uniti non sarebbero stati in grado di inserirsi tra la Russia e l'Unione europea per distruggere quelle relazioni che si andavano rafforzando tra i popoli dell’Europa e dell’Asia", ha affermato la rivista.

L'integrazione economica eurasiatica, che prevede in particolare la costruzione di linee ad alta velocità tra la Cina e l'Europa, costituisce un evidente pericolo per gli USA, la cui quota del PIL mondiale continua a ridursi. Ma Washington si rifiuta di rassegnarsi a vedere declinare la propria influenza e la propria supremazia sulla scena internazionale. Ignorare l'emergere di un nuovo rivale - l'alleanza tra l'UE e la Russia - equivarrebbe ad "accettare un futuro in cui gli Stati Uniti si troverebbero ad affrontare un graduale ma inevitabile indebolimento del loro potere e della loro influenza negli affari internazionale", ha detto CounterPunch.

È quindi vitale per l'America dividere l'Europa e l'Asia. A tal fine, gli USA hanno creato una zona cuscinetto dal Mar Baltico al Mar Nero, un’area che gli servirà in seguito per lanciare un’aggressione. Per questo scopo gli Stati Uniti stanno concentrando le loro forze in Europa, anche se i media americani preferiscono non parlarne.

Molti analisti, indipendentemente dalle loro convinzioni politiche, concordano sul fatto che un rafforzamento della cooperazione tra la Russia e la Germania sarebbe contraria agli interessi degli Stati Uniti, perché "una volta unite, sarebbero l'unica forza in grado di minacciare gli USA", ha scritto la rivista.

L'America è convinta di avere il "diritto storico" di governare il mondo. Ne consegue che la situazione in Ucraina non ha nulla a che vedere con la democrazia, l'indipendenza o l'aggressione russa. Si tratta semplicemente di un tentativo da parte degli Stati Uniti di ritardare il proprio declino economico.

È per questo che Washington farà tutto il possibile per aizzare Bruxelles contro Mosca e per indebolire economicamente la Russia.

"Divide et impera, questa è la chiave del successo Che si taglino la gola l'un con l'altro. Sunniti contro gli sciiti, un gruppo etnico ucraino contro un altro, i russi contro gli europei. Questa è il piano di Washington, e questo piano non viene mai meno", dice il mensile.

Gli USA vogliono uscire vittoriosi da questo conflitto per mantenere il proprio status di unica superpotenza mondiale.

"Solo la Russia può fermare gli Stati Uniti, e noi speriamo che ce la possa fare", conclude CounterPunch.

http://fr.sputniknews.com/international/20150320/1015263524.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



domenica 15 marzo 2015

LA STRADA CHE PORTA DI NUOVO A CASA

Alcune delle frasi più significative pronunciate da Vladimir Putin nel documentario "Crimea. La strada che porta di nuovo a casa”, andato in onda quest’oggi sul canale TV ‘Rossiya 1’: 
- Il trucco della situazione è che dall’esterno l’opposizione ucraina era sostenuta per la maggior parte dagli europei. Ma noi sapevamo con certezza che i veri burattinai erano i nostri amici americani. Loro hanno aiutato ad addestrarsi i nazionalisti - i loro gruppi armati - nell’Ucraina occidentale, in Polonia e in parte anche in Lituania. Loro hanno agevolato il colpo di stato armato. 
- Non siamo stati noi ad aver organizzato un colpo di Stato, ma è stato compiuto da dei nazionalisti e da delle persone con delle visioni estremiste. 
- Voi li avete supportatati, ma dov’è che siete? Migliaia di kilometri lontano? Ma noi siamo qui, questa è la nostra terra! Per cosa state andando a combattere? Lo sapete? Noi lo sappiamo. E siamo pronti. 
- Bisogna imporre le sanzioni conto coloro che hanno organizzato il colpo di Stato e contro coloro che li hanno aiutati. 
- L'obiettivo finale non è stato quello di prendersi la Crimea o di annettersela. L'obiettivo finale è stato quello di permettere alle persone di esprimere la propria opinione su come volevano continuare a vivere. 
- Ho deciso da me stesso: quello che la gente vuole, accadrà. Se vogliono una maggiore autonomia con alcuni diritti supplementari all'interno dell'Ucraina, così sia. Se decidono altrimenti, non possiamo fallire. Sapete i risultati del referendum. Abbiamo fatto quello che dovevamo fare.
- Noi abbiamo agito per gli interessi dei russi e di tutto il paese. Scambiare questo per del denaro, scambiare i popoli con delle merci, scambiare i popoli per eventuali contratti o trasferimenti bancari, è assolutamente inammissibile. 
- Naturalmente, non fu subito chiaro quale sarebbe stata la reazione alla riunificazione della Crimea con la Russia. Ecco perché, proprio nella prima fase del lavoro, ho dovuto istruire le nostre forze armate corrispondentemente alla situazione. Non solo per orientarle, ma impartendole istruzioni dirette.
- Eravamo pronti a mettere in allerta le [nostre forze nucleari]. Non volevamo farci strada a forza, ma siamo stati costretti a farlo.
- Ero pronto per lo sviluppo più sfavorevole della situazione.
- L'Occidente non ha risparmiato nessuno sforzo per impedire la riunificazione della Crimea con la Russia. Con qualsiasi mezzo, in qualsiasi modo e con qualsiasi piano.
- L'Occidente stava cercando di spingere ancora una volta la Russia lontano da suoi interessi. Ma questo è difficile e, per dirla francamente, impossibile da fare.

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)

sabato 14 marzo 2015

ISIS UCRAINA

Quando lo Stato Islamico sposa la causa dei banderisti ucraini

Il potere di Kiev, con i suoi sponsor atlantisti, sono complici della progressione della jihad in Europa.

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12 marzo 2015/Sputnik/. Si crede di scacciare il diavolo fuori dalla porta ma eccolo che torna, furtivo, dalla finestra. È il caso dei combattenti dello ‘Stato Islamico’ di cui abbiamo avuto da poco alcune notizie in Ucraina e il cui coinvolgimento nei ranghi degli ultra-nazionalisti ucraini trova oggi conferma attraverso la testimonianza del giornalista Marcin Mamon, pubblicata sull’ 'Intercept' (https://firstlook.org/theintercept/staff/marcin-mamon/) e dalle fughe di notizie provenienti dal battaglione Dudayev.

Lo Stato Islamico si vuole senza confini. Il combattente islamista proveniente dalla Francia che aveva condannato a morte un giovane arabo israeliano accusato di spionaggio a favore del Mossad, parlava infatti di "conquiste islamiche" a venire, partendo simbolicamente da Gerusalemme. Da questo punto di vista, non c'è da meravigliarsi che dei ceceni, molto presenti fin dall’inizio nella nebulosa jihadista anti-Assad, si trovino anche in un battaglione punitivo ucraino che porta il nome di Djokhar Dudayev, un ex ufficiale dell'Armata Rossa che, sfruttando il vuoto abissale creatosi dopo il crollo dell'Unione Sovietica, aveva cercato di creare un "Emirato del Caucaso" abbastanza simile, in linea di principio, al vecchio Stato Islamico dei primi tempi della sua infanzia, allora limitato all’Iraq e al Levante. Ciò che sembra più preoccupante è la partecipazione di elementi di sensibilità neobanderista alla prima campagna cecena. In nome di cosa, degli ucraini di razza, possono essere solidali con i separatisti caucasici sostenitori della Sharia? Tuttavia, il percorso del defunto Alexander Muzychko - che si arruolò nelle fila di Samil Basaev, autore della strage di Beslan, braccio destro di Dudayev nonostante qualche attrito tra il ‘91 e il ’94 - spiega bene questa battaglia feroce e contro natura che non ha altra ragione se non quell'odio rabbioso contro i russi che Muzychko condivideva con i ceceni islamisti.

Siccome i mujahideen dicono di avere il senso dell'onore, pretendono di ripagare il loro debito in un’Ucraina che si dice aggredita dalla Russia. La loro iniziativa è facilitata dalle fortune degli oligarchi ucraini, tra i quali Igor Kolomoïsky - governatore di Dnepropetrovsk - è di gran lunga il più conosciuto. Il giornalista Marcin Mamon, che aveva visitato personalmente il campo di Isa Munayev - comandante del battaglione Dudayev, ucciso in Ucraina agli inizi del 2015 - ha detto di essere stato accolto da una macchina blindata che, a quanto gli hanno detto, era stata generosamente concessa da Kolomoïski in persona. Inoltre, il giornalista avrebbe visto le "bandiere verdi della jihad sventolare su alcune basi dei battaglioni privati" (sic!), il che suggerisce che l’infiltrazione degli elementi jihadisti nei battaglioni estremisti ucraini sia più massiccia di quanto si pensi, e non sia limitata solo al battaglione ceceno in questione.

Accertati questi fatti, bisogna domandarsi con forza se i finanziamenti di questi radicali non provengano dagli stessi fondi dei tagliatori di teste all’opera in Siria e Iraq. Se questo è il caso, due conclusioni s'impongono. In primo luogo, sia il potere di Kiev che i suoi sponsor atlantisti sono complici della progressione della jihad in Europa: «Di tanto in tanto, Munayev incontra i rappresentanti della SBU (il Servizio di sicurezza dell'Ucraina)", testimonia Marcin Mamon. Se questa frase è da mettere all’imperfetto perché la persona citata è da poco morta, non perde comunque del suo valore di principio, essendo gli stessi elementi più attivi che mai. In secondo luogo, se si scopre che le monarchie del Golfo - ultimamente in rotta con lo Stato Islamico, ma chiaramente in buoni rapporti con Al-Nusra e consorti – hanno messo il becco nell’infiltrazione dei mujaheddin ceceni in Ucraina, si potrebbe logicamente supporre che sia l'Europa, in ultima analisi, il vero scopo.

In effetti, l'Ucraina è un paese europeo alle porte dell'Unione. Coloro che combattono per Kiev si vedono offrire dei passaporti ucraini, quindi delle nuove identità. Sapendo che i flussi migratori verso la Polonia sono assai considerevoli - la disoccupazione in Ucraina sta battendo tutti i record - l'ipotesi secondo la quale lo Stato Islamico considera di spingere l'infiltrazione dei sui "leoni della jihad" fin dentro le mura dell'Unione, sembra più che pertinente. Se questo non è il caso, perché questi fanatici di Dio che avrebbero molto da fare in Medio Oriente, soprattutto con i bombardamenti della coalizione, vanno a rischiare la loro vita in un paese slavo che non gli ispira assolutamente nulla? Il codice d'onore invocato non sembra essere in realtà che una cortina fumogena.

Siamo in presenza di uno scenario che si riassume nella spiacevole situazione di coloro che subiscono l’effetto boomerang delle loro azioni, come il caso libico illustra con eloquenza implacabile. Ma questa volta, più che di un arsenale saccheggiato dai jihadisti, si tratterà di un mini-esercito che troverà i suoi seguaci e sponsor all'interno dell'Europa stessa. Come vedete, bisogna sempre riflettere attentamente prima di fare un patto con il diavolo.

Françoise Compoint

http://fr.sputniknews.com/points_de_vue/20150312/1015145491.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



martedì 10 marzo 2015

LE VERE SFIDE DEL MONDO

Le ambizioni imperiali degli Stati Uniti e della Gran Bretagna sono le vere sfide a cui il mondo deve fare fronte

9 marzo 2015/Sputnik/. Viviamo in un mondo in cui solo gli interessi e i diritti degli occidentali sono considerati legittimi, chiunque non si attenga alle regole stabilite dall'Occidente è considerato un malvagio dittatore, dichiara il mensile americano ‘CounterPunch’.

L'Occidente raffigura la Russia come colpevole di aver fomentato il conflitto in Ucraina, ma la verità è che tutto quello che ha fatto la Russia è stato semplicemente di aver osato resistere all'impero americano, schierandosi contro la sua ipocrisia, i suoi ‘doppi standard’ e la sua completa mancanza di rispetto nei confronti degli altri paesi e culture, riporta il mensile statunitense ‘CounterPunch’.

Il colpo di stato dell'anno scorso in Ucraina è stato apertamente sostenuto dall'Occidente. Il senatore statunitense John McCain e il rappresentante dell'UE, Catherine Ashton, si sono recati in Ucraina personalmente a mostrare il loro sostegno e ad incitare i manifestanti a Kiev.

Ora, come esercizio mentale, proviamo ad immaginare: cosa avrebbero fatto gli Stati Uniti se dei funzionari russi si fossero recati in Messico o in Canada a sostenere apertamente delle proteste anti-americane volte a rovesciare i loro legittimi governi, per sostituirli con delle alternative filo-russe?

Gli Stati Uniti sono un egemone globale con oltre 1.000 basi militari e 11 gruppi di navi da combattimento sparse per tutto il mondo, con un bilancio militare che supera i budget di tutti gli altri paesi industrializzati messi insieme.

La verità è che la sfida che deve affrontare il mondo in questo momento è come confrontarsi con gli Stati Uniti e con le sue ambizioni imperiali, piuttosto che contenere una minaccia russa inesistente.

La crisi ucraina ha dimostrato ancora una volta che "viviamo in un mondo in cui solo gli interessi e i diritti dell'Occidente sono ritenuti legittimi". L'agenda egemonica imperiale degli Stati Uniti e della Gran Bretagna è la causa principale delle crisi attualmente in corso in Ucraina orientale e nel Medio Oriente.

L'ipocrisia americana e britannica non conosce confini, dice il mensile statunitense. Come possono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna - che hanno giocato un ruolo centrale nel sprofondare l’Afghanistan, l’Iraq, la Libia e la Siria in un abisso di carneficina e ferocia - affermare che Putin è una minaccia maggiore per l'Europa dello Stato Islamico?

Il presidente russo Vladimir Putin, l'uomo che ha osato schierarsi contro l'ipocrisia occidentale, viene accusato di "forgiare un Impero Russo", confrontato nientemeno che con Adolf Hitler e chiamato come un dittatore che deve essere fermato. Tutto ciò è totalmente ridicolo e ipocrita, afferma ‘CounterPunch’.

http://sputniknews.com/world/20150309/1019245414.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



lunedì 9 marzo 2015

L'ALBA DI UNA NUOVA EUROPA


USA TERRORISTI

Gli atti di guerra finanziaria degli Stati Uniti contro la Russia sono terrorismo di Stato

9 marzo 2015/Sputnik/. Gli Stati Uniti stanno conducendo una guerra finanziaria contro Mosca nel tentativo di indebolire la Russia fino alla sua distruzione economica e sociale, ha detto la rivista austriaca ‘Contra’, aggiungendo che questa campagna va contro il diritto internazionale, le norme del WTO e degli accordi bilaterali.

Gli Stati Uniti hanno una vasta gamma di strumenti a loro disposizione. La rivista austriaca cita, come primo esempio, le false assegnazioni del rating.

"I fondamentali della Russia sono i migliori del mondo. Non un solo (grande) stato ha dei fondamentali migliori di Mosca. Tuttavia, Fitch l’ha degradata al rating 3B - appena sopra al livello ‘spazzatura’. Gli Stati Uniti hanno i peggiori fondamentali nel mondo. Ma la stessa agenzia di rating gli ha assegnato il livello AAA, il miglior punteggio possibile. Resta un mistero come l'agenzia di rating l’abbia potuto assegnare", scrive la rivista.

L’organo di stampa austriaco ha comparato gli Stati Uniti a uno stato terrorista che ignora i codici di condotta generale e agisce in base ai propri capricci e desideri, costringendo gli altri paesi a prenderne parte. Inoltre, Washington minaccia con la guerra e le sanzioni qualsiasi paese abbia scelto di agire in modo indipendente.

Le azioni degli Stati Uniti dovrebbero essere sottoposte all'attenzione delle Nazioni Unite, conclude la rivista austriaca ‘Contra’.

http://sputniknews.com/politics/20150309/1019250191.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)



domenica 8 marzo 2015

AUGURI ALLE DONNE RUSSE

8 marzo, Putin porge gli auguri alle donne russe
Il presidente russo si è congratulato con le donne per i loro sforzi nel rafforzamento del Paese tramite l'educazione dei bambini e dei giovani ed ha porto i suoi auguri per la festa dell'8 marzo, la "Giornata internazionale della donna".
Putin si è incontrato con le associazioni delle donne lavoratrici, con le madri degli eroi russi caduti, degli artisti, degli atleti, degli accademici e dei giovani scienziati.
"Non è un caso che abbiamo invitato qui oggi, al Cremlino, le donne che hanno regalato alla patria i propri figli, che a loro volta esaltano e rafforzano il nostro Stato, la cultura, l'educazione, la scienza, lo sport e l'arte," — ha sottolineato Putin.
"Voi sapete che in questi anni abbiamo fatto molto per tutelare la maternità e l'infanzia: possiamo dire che le donne hanno risposto adeguatamente. Il tasso di natalità nazionale è aumentato in modo significativo e per la prima volta in 20 anni abbiamo avuto una crescita costante e naturale della popolazione. E sappiamo...anche se gli uomini aiutano in famiglia, il peso maggiore, ovviamente, grava sulle spalle delle donne, con notti insonni e i lavori di casa...Inoltre dobbiamo pensare al futuro della loro attività lavorativa", ha rilevato Putin.
Ha inoltre sottolineato che resta ancora molto da fare non solo per continuare quello che è stato avviato negli anni precedenti, ma anche per rafforzare questa tendenza.
Dopo l'incontro, il capo di Stato russo ha regalato fiori alle donne presenti.
(Nelle foto: alcuni scatti dell'incontro)
Video: Putin celebrates International Women's Day and renewal: https://www.youtube.com/watch?v=g3mbtEZcio0


venerdì 6 marzo 2015

USA CONTRO EUROPA

Gli Stati Uniti vogliono indebolire l'Europa staccandola dalla Russia

Secondo l'accademico e politico francese Henri Temple, "la rivolta è inevitabile” e permetterà di ricostruire un'altra Europa, fondata sulle nazioni, tra cui la Russia.

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6 marzo 2015/Sputnik/. Gli Stati Uniti cercano di dominare il continente impedendo, in particolare ai paesi dell'Europa dell'ovest, di mantenere i legami con la Russia, ha detto all'agenzia Sputnik l'accademico, avvocato e politico francese, Henri Temple, autore del libro "Teoria Generale della Nazione".

"Gli Stati Uniti non vogliono un'Europa forte, prospera, unita, partner della Russia, perché sarebbe un concorrente pericoloso", ha detto l'esperto.

"Gli Stati Uniti cercano di dividere l'Europa ogni volta che è possibile (come nella crisi della ex Jugoslavia, per l'ingresso della Turchia, nella crisi Ucraina), di indebolirla o di bloccarla all'interno di organizzazioni che manipolano (la NATO, il WTO, l'FMI, la Banca Mondiale, e ora il progetto del Trattato transatlantico-TTIP/TAFTA)", ha affermato il pensatore francese.

Inoltre, Washington sta cercando di dominare l'Europa "giuridicamente e intellettualmente (nella concezione del diritto, dell'economia e della finanza), e d'infiltrare i suoi dirigenti e le sue “èlites” attraverso le proprie reti (Goldman Sachs, Bilderberg, Forum, Fondazioni, la CIA, la prossimità tra gli anglofoni)".

Temple ritiene che l'Europa si trovi di fronte ad un bivio.

"Le stesse cause continueranno a produrre gli stessi effetti: una moneta inadatta, l'apertura incontrollata delle frontiere, la captazione politica di Bruxelles, la castrazione delle nazioni, conducono sempre di più i popoli europei verso la povertà, la de-industrializzazione, la disoccupazione, alla regressione democratica. La rivolta è inevitabile, e ciò permetterà di ricostruire un'altra Europa fondata sui popoli e le nazioni, tra cui la Russia", ha concluso Temple.

http://fr.sputniknews.com/international/20150306/1015048052.html#ixzz3TaxUtExu

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)

PUTIN: UN ESEMPIO PER L'ITALIA


giovedì 5 marzo 2015

INCONTRO CON MATTEO RENZI

Conferenza stampa successiva ai colloqui con il Primo Ministro italiano Matteo Renzi.
PRESIDENTE DELLA RUSSIA VLADIMIR PUTIN: 
“Signore e signori,
Le relazioni russo-italiane poggiano su una forte tradizione di amicizia di lunga durata e sul rispetto reciproco. L'Italia è uno dei partner più importanti della Russia negli affari europei e nella risoluzione delle questioni internazionali più urgenti.
I colloqui di oggi con il Primo Ministro Renzi si sono svolti in un clima di buona volontà e di dialogo costruttivo, tipico delle relazioni russo-italiane. La nostra conversazione è stata molto utile e tempestiva, data la situazione attuale in Europa e nel mondo in generale.
Abbiamo discusso lo stato delle nostre relazioni bilaterali e delle relazioni tra la Russia e l'Unione europea. Ci siamo espressi per un loro ulteriore sviluppo, cosa che soddisferebbe gli interessi della Russia e degli Stati membri dell'UE.
Naturalmente, abbiamo scambiato delle opinioni sulla crisi ucraina. Il signor Primo Ministro ha espresso la sua posizione in proposito e ha avanzato alcune proposte utili per quanto riguarda ciò che potrebbe essere fatto per raggiungere una soluzione. La situazione in Ucraina, come tutti sappiamo, rimane complicata. Almeno, le azioni da combattimento sono state fermate, le persone non muoiono e le città non vengono distrutte.
Noi concordiamo che le parti in conflitto devono rigorosamente rispettare gli accordi raggiunti a Minsk il 12 febbraio. Tutto questo apre delle opportunità per una soluzione pacifica complessiva e, naturalmente, per l’instaurazione di un dialogo diretto tra Kiev, Donetsk e Lugansk.
Attualmente, il ruolo di tutti i membri responsabili della comunità internazionale sta crescendo, in particolare di coloro che hanno un’evidente influenza sulle autorità ucraine. Qui ci affidiamo anche ai nostri partner italiani, sia in quanto nazione sia come membro chiave dell'Unione europea.
Abbiamo avuto una discussione dettagliata sulla minaccia terroristica proveniente dal Medio Oriente e dal Nord Africa, in particolare del forte deterioramento della situazione nelle dirette vicinanze dell'Italia - in Libia. La Russia supporta una soluzione pacifica della crisi libica e sostiene gli sforzi di mediazione delle Nazioni Unite in questa direzione.
Come ho detto, nel corso delle nostre discussioni abbiamo considerato le questioni chiave delle relazioni bilaterali. Abbiamo discusso tutta una serie di misure volte a rafforzare la nostra cooperazione in modo da non solo mantenere, ma anche migliorare, le tendenze e le potenzialità positive che abbiamo accumulato nel corso degli anni, nel corso di molti decenni. La Russia esorta ad una maggiore operatività dei meccanismi di cooperazione internazionale.
Abbiamo, naturalmente, avuto uno scambio di opinioni sulle questioni urgenti degli scambi bilaterali e delle relazioni economiche. Per inciso, solo di recente, il 2 marzo a Milano, si è svolta una tavola rotonda che ha coinvolto gli amministratori delegati delle principali società russe e italiane. Il nostro Ministro dello Sviluppo Economico, il sig. Ulyukayev, era a capo della delegazione russa.
Nonostante la riduzione, lo scorso anno, del 10% del nostro fatturato del commercio, causata da ovvie ragioni, l'Italia rimane uno dei principali partner commerciali esteri della Russia. Gli investimenti di capitale italiano in Russia superano gli 1,1 miliardi di dollari, mentre gli investimenti di capitale russo in Italia è di oltre 2,3 miliardi di dollari. Per aumentare ulteriormente queste cifre, il “Fondo d’Investimento diretto russo”, insieme ai suoi partner italiani, sta creando un fondo comune dal valore di 1 miliardo di dollari.
Uno dei settori più avanzati della nostra cooperazione è il settore dell'energia. La società italiana Enel ha effettuato investimenti significativi negli impianti dell’energia elettrica russa. Dal canto loro, le compagnie russe Rosneft e LUKOIL, detengono degli asset nelle raffinerie petrolifere italiane. È importante che noi completiamo così il tradizionale rapporto “venditore-acquirente”', dato che l'Italia è uno dei maggiori consumatori del gas naturale russo.
Stiamo anche facendo dei progressi negli investimenti reciproci nei settori dell’alta tecnologia come l'industria aeronautica, l'esplorazione dello spazio e della tecnologia nucleare. La società russa Sukhoi e i suoi partner italiani, hanno unito gli sforzi per promuovere il Superjet-100 nel mercato globale. Circa 150 velivoli sono già stati ordinati.
Un altro progetto promettente è la costruzione, in un impianto fuori Mosca, degli elicotteri Agusta. La maggior parte degli ordini provengono dalla Russia.
Abbiamo posto molta attenzione ai piani per costruire congiuntamente un reattore termonucleare sperimentale, per sviluppare la tecnologia missilistica civile e i sistemi satellitari.
Sono certo che i contatti che avremo durante l'EXPO 2015 di Milano contribuiranno ad aiutare a migliorare la cooperazione commerciale tra la Russia e l'Italia.
I nostri molteplici contatti culturali si stanno anch’essi sviluppando. Essi si fondano sul reciproco interesse per la cultura e la storia dei nostri paesi e su uno scambio turistico di grandi dimensioni. Più di 900 mila cittadini russi hanno visitato l'Italia lo scorso anno. Per inciso, i turisti russi hanno speso circa 1 miliardo di dollari in Italia.
Entrambi i paesi hanno tenuto con successo i reciproci “Anni del Turismo”. L'itinerario ha incluso un tour dell’Italia del Teatro Accademico Maly, concerti dell'Orchestra Nazionale Russa e molti altri eventi.
Nel complesso, il signor Primo Ministro ed io, abbiamo convenuto che i nostri paesi hanno grandi opportunità per un ulteriore espansione di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa.
Ancora una volta, vorrei ringraziare i nostri colleghi italiani per questo scambio sostanziale e fruttuoso.
La ringrazio molto, signor Primo Ministro”.

Traduzione del Vladimir Putin Italian Fan Club