domenica 12 luglio 2015

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Raggiunta quota 13 mila! Il che significa oltre 1000 mi piace in poche settimane! AVANTI COSÌ! GRAZIE MILLE A TUTTI!


PAROLE DI PUTIN CHE CALZEREBBERO CON QUALSIASI POLITICO EUROPEO


È difficile raggiungere un accordo con persone che anche quando sono a casa propria parlano a bassa voce per paura di essere beccati dagli americani. Questo non è uno scherzo o una figura retorica. Ascoltatemi, sono serio, non sto scherzando. Ad ogni modo, loro sono i nostri maggiori partner per affari economici e di altro tipo.

Vladimir Putin, 17 aprile 2014



venerdì 10 luglio 2015

L'ISIS A FIANCO DEGLI ESTREMISTI UCRAINI





Il New York Times conferma il sodalizio militare di jihadisti e brigate ucraine contro i separatisti filorussi. Era già successo durante la Seconda Guerra Mondiale con le divisioni islamiche di SS croate, bosniache e albanesi. "L'alleanza rischia di aprire la porta alla Jihad in Europa"

Battaglioni islamici di jihadisti legati all’Isis combattono in Ucraina a fianco delle brigate ucraine neofasciste contro i separatisti filorussi. Lo rivela il New York Times, confermando le notizie che circolano da tempo sulla preoccupante piega che sta prendendo il fronte governativo sostenuto da Europa, Nato e Stato Uniti. Nelle ultime settimane gli scontri si sono intensificati lungo tutta la linea del fronte e Kiev sta rafforzando le difese intorno a Mariupol nel timore di una massiccia offensiva dei ribelli filo-russi contro questa strategica città portuale sul Mar Nero, ultimo bastione che separa il Donbass dalla Crimea. Proprio qui, secondo il quotidiano statunitense, starebbero affluendo i combattenti jihadisti filo-ucraini.

Non potendo fare affidamento sull’esercito regolare di coscritti, male equipaggiati e demotivati, il governo di Petro Poroshenko si affida sempre più alle milizie paramilitari di volontari dell’estrema destra neonazista, più combattive, meglio armate e finanziate privatamente da ricchi oligarchi ucraini: dai battaglioni Azov – recentemente inquadrato nella Guardia Nazionale addestrata dagli americani – alle brigate di Settore Destro di Dmytro Yarosh, nomato in aprile consigliere dello stato maggiore della Difesa.

E’ in quest’ultima formazione, secondo il New York Times che, con il benestare del governo di Kiev, vengono inquadrati i volontari jihadisti che affluiscono, sempre più numerosi, dal Caucaso russo e dalle repubbliche ex sovietiche dell’Asia centrale. Sono state formate tre unità di combattenti islamici anti-russi: la ‘Dzhokhar Dudayev’ e la ‘Sheikh Mansur’, dove prevalgono ceceni, daghestani e uzbechi, e la ‘Crimea’, composta prevalentemente da tatari originari di quella regione. Insomma, una riedizione dell’alleanza nazi-islamista nata nei Balcani in funzioni anti-sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale con le divisioni islamiche di SS croate, bosniache e albanesi.

La maggioranza dei combattenti islamici che combattono sotto le insegne rosso-nere degli utranazionalisti ucraini di Settore Destro sono di origine cecena. Alcuni di loro provengono dalla ‘vecchia guardia’ nazionalista e laica della diaspora europea, come il noto Isa Munaev, comandante militare di Grozny durante la seconda guerra d’indipendenza cecena, arrivato in Ucraina dalla Danimarca già nel 2014 e fondatore dell’unità ‘Dzhokhar Dudayev’, ucciso lo scorso febbraio nella battaglia di Debaltseve.

Gran parte dei ceceni presenti sul fronte ucraino dalla parte di Kiev – perché ce ne sono anche con i separatisti – sono invece giovani integralisti provenienti dalle fila dell’Emirato del Caucaso: il movimento jihadista ceceno guidato di Aslan Byutukayev e alleato dello Stato Islamico, i cui combattenti si stanno distinguendo in battaglia anche in Siria e in Iraq guadagnando progressiva influenza nelle gerarchie del Califfato. Come ha denunciato già a febbraio il giornale online americano The Intercept, la loro penetrazione in Ucraina, avallata dalle autorità di Kiev, rischia di trasformare questo paese in un pericoloso porto franco della jihad in Europa.

sabato 4 luglio 2015

BRICS / NATO


"Bisogna temere le mire espansionistiche ed egemoni di USA e NATO, non i Paesi BRICS."

"La posizione dei paesi BRICS potrebbe essere considerata una minaccia solo da chi vuole conservare l'ingiustizia e la disuguaglianza."

È quanto ha affermato Sergey Naryshkin, presidente della Duma, all'agenzia di stampa cinese “Xinhua”.
Noi condividiamo e sosteniamo!

GIULIETTO CHIESA AD OPINIONE PUBBLICA: "SENZA PUTIN LA RUSSIA SAREBBE ANDATA IN PEZZI"



1. Cominciamo parlando dell’Ucraina. Qual è la sua opinione su quant’è avvenuto in questo paese a partire dall’anno scorso ad oggi? Si trova d’accordo con la tesi europea ed americana secondo cui la Russia avrebbe invaso l’Ucraina? La caduta di Yanukovich è stata frutto di una vera rivoluzione popolare e democratica, o di una rivoluzione colorata orchestrata dall’Occidente?

Gli Stati Uniti d’America hanno organizzato un golpe utilizzando formazioni naziste e nazionaliste antirusse e russofobe con l’intenzione d’abbattere il presidente legittimo ed eletto e scatenare tensioni con la Russia, per creare il casus belli e arrivare alle sanzioni, al massacro dei russi in Ucraina, fino al bilancio di 50mila morti. E’ una strategia premeditata e coperta dal mainstream che non ne ha potuto e voluto parlare e infatti nessuno sa della guerra di Ucraina e quel poco che si sa è di una conquista russa della Crimea, che è una notizia falsa. La popolazione di Crimea ha scelto con un referendum regolarissimo di andare con la Russia dopo che aveva capito che il governo dell’ucraina era nazista, per sua stessa definizione. L’Europa si è alleata con un paese nazista, che è diventato tale con i 5 miliardi di dollari della Signora Nuland (che disse che bisognava dare agli ucraini il futuro che si meritano). L’intenzione era ed è di far fuori Putin.

2. Trova giusto l’atteggiamento tenuto da Stati Uniti ed Unione Europea nei confronti della Russia? Per esempio, le sanzioni e l’esclusione dal G8 sono state mosse corrette, sì o no?

Fa parte di un’operazione che vede l’UE e la NATO andare dietro agli USA. Tutti gli europei ci hanno rimesso 100 miliardi di euro e 200mila posti di lavoro, sarà più difficile comprare il gas perché l’Ucraina è diventata un tappo, abbiamo aperto una situazione che prelude ad una guerra. La Russia non è intenzionata ad arrendersi. Putin è il prossimo candidato ad essere ucciso e ne è perfettamente consapevole. Non può dimettersi, consegnare la Russia agli americani e farsi uccidere. Gli americani ci stanno portando alla guerra. Putin ha armi per attaccare gli USA almeno 15 volte. L’UE è andata dietro agli USA, che non vengono danneggiati dallo scontro, perchè questo avverrebbe in Europa. Perchè Renzi, Merkel, Hollande, ecc, sono andati in questa direzione? Pensavano che la Russia si sarebbe arresa, e invece il Donbass si è difeso, senza alcuna invasione russa contrariamente a quel che dicevano. I russi sono andati in soccorso dei loro fratelli e il governo di Kiev è stato sconfitto in modo clamoroso. Abbiamo un bilancio di 50mila morti in un anno. Non c’è più un esecito ucraino che sappia combattere e i vari soldati dei vari paesi si vanno sostituendo a quelli ucraini. Il prossimo scontro sarà fra Donbass e NATO. Se la gente lo sapesse chiederebbe conto al governo. Siamo in situazione di preguerra e di silenzio dei media italiani.

3. A suo giudizio, quali effetti potranno avere le sanzioni occidentali alla Russia e le controsanzioni russe all’Occidente? Rafforzeranno i BRICS e l’alleanza anche economica tra la Russia e i paesi emergenti oppure non avrà influenza in questo senso?

Più passa il tempo e più la Russia si rivolge ai mercati che rispondono alle sue esigenze. La Russia si rivolge verso la Cina. L’Europa, dice Obama, deve sostituire il gas russo con quello americano, cosa impossibile prima di 6-8 anni, quindi rischiamo di trovarci senza gas russo e senza gas sufficiente algerino e men che meno americano. Noi ci perdiamo e molto, in termini economici e produttivi, e per quale motivo? Gli USA sono pian piano diventati un paese che rappresenta il “nazismo moderno” (appoggia gli Stati baltici, la Polonia in preda all’isteria antirussa più totale e l’Ucraina). Sono gli USA ad appoggiarli, il paese del nuovo nazismo. L’Europa andandogli dietro sta diventando a sua volta un continente nazista. In Grecia un gruppo di burocrati sta cercando di ammazzare un intero popolo.

4. Crede che Vladimir Putin sia un nostalgico dell’URSS, come dicono Obama e Kerry, e che voglia pertanto davvero ridar vita all’Unione Sovietica, oppure a suo giudizio l’Unione Eurasiatica è una cosa diversa? E se sì, in che termini?

Putin non ha mai detto né predicato la ricostituzione dell’URSS, non intende farlo e la Russia in questi 23 anni non ha mai minacciato un solo paese suo vicino. Dove stia la minaccia russa non lo so perché la Russia moderna esiste da 23 anni e non ha mai esteso di 1 cm il suo territorio. Non si capisce perché la Russia dovrebbe voler estendere il proprio territorio avendo tutte quelle risorse, che al contrario vuole vendere. Dire questo è fuori dal mondo, non esiste. La Russia però vuole avere un’influenza, come chiunque altro. E’ ovvio. Gli altri Stati ex sovietici sono paesi che parlano lingua russa, che sono stati con la Russia per 70 anni. Dove stia il problema non si sa. Gli USA criticano la Russia perché vogliono conquistare loro lo spazio eurasiatico della Russia.

5. Parlando dei rapporti Italia-Russia, come li giudicherebbe? Pensa che sia stata azzeccata la mossa di Pratica di Mare e che il rapporto tra i due paesi sia d’interdipendenza e reciproco vantaggio, oppure crede che l’Italia e l’Europa dipendano dalla Russia e ne subiscano il ricatto, soprattutto in chiave energetica? E per quanto riguarda le aziende italiane operanti in Russia, che ne pensa?

Dove sta il ricatto russo verso l’Italia non lo so. Compriamo energia dalla Russia a prezzi di mercato. Lo facciamo da decenni senza danni. Prima del 2014 commerciavamo con la Russia a grandi dimensioni. Abbiamo banche ed interessi in Russia e interessi in comune. Abbiamo una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Chi parla di ricatto deve motivarlo. E’ propaganda russofoba. Ci stanno riuscendo ma neanche tanto. La gente italiana non mi pare anti russa e men che meno gli imprenditori, e si vede da come hanno accolto Putin a Milano. E’ qualcosa di imposto dagli USA, anche attraverso i media che propagano notizie false e scandalose.

6. Putin è ai vertici del suo paese dal 1999. Come giudica la sua politica? Che bilancio trarrebbe del suo operato, positivo o negativo? In cosa ha fatto bene ed in cosa ha fatto male?

Citerò Michail Gorbaciov: lui e Putin non si sono mai amati, ma ha detto: “il suo merito principale è stato quello di aver impedito che la Russia andasse in pezzi”. Putin ha tenuto insieme la Russia, perché senza di lui sarebbe andata in pezzi. Dopo un quisling ubriacone come Eltsin il paese era al collasso politico e morale. Questo è il suo merito principale. Dopo alcuni anni che non sapeva bene cosa fare (prima presidenza), a quel tempo era un filo-occidentale (si veda la mia intervista su Pandora TV), credeva nel dialogo con l’Occidente, ma questi voleva dettare le regole alla Russia. Putin voleva essere trattato alla pari, non da vassallo. Da quel momento ha perso appeal per gli americani e da amico è diventato nemico, solo perché ha voluto difendere l’interesse nazionale russo. Ora è successa una cosa fondamentale: l’offensiva antirussa ha prodotto una straordinaria rinascita nazionale ed intellettuale della Russia. 150 milioni di russi hanno capito che l’Occidente ha mentito, non è amico ed è aggressivo. Se i russi, sotto sanzioni, stimano Putin, qualcosa vorrà dire. Io sono stato testimone di questa rinascita nazionale della Russia. Qui la parola nazionalista è considerata una cosa negativa, in Russia invece non è negativa. Loro si sentono nazione. Per la prima volta si sentono nazione e sono pronti a difendersi. Stiano quindi attenti gli occidentali. La Russia è un paese molto ma molto particolare. Ha già liquidato i tentativi occidentali di mangiarsela, con Napoleone ed Hitler. La Russia non si vince facilmente. Stiamo attenti a quel che stiamo facendo.