venerdì 27 marzo 2015

INSIEME PER DIFENDERE L'EUROPA




Europa-Russia: un’intensa indispensabile contro il terrorismo

I russi e gli europei hanno lo stesso nemico, il fanatismo sunnita, che li minaccia da tutto il Mediterraneo. Il pericolo maggiore, in questo momento, è quello. L’Europa deve costruire di conseguenza la propria politica di difesa e di sicurezza e le sue relazioni con la Russia. 

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27 marzo 2015/Sputnik/. Attore di secondo rango rispetto alle potenze locali e agli Stati Uniti, la Russia, tuttavia, sta facendo ritorno sulla scena del Mediterraneo, dopo che vi si era ritirata a seguito del crollo dell'Unione Sovietica. Le autorità russe stanno profittando di circostanze favorevoli, interne ed esterne, che le consentono di nuovo di condurre una politica dalle ambizioni ragionevoli.

Circostanze interne prima di tutto: nonostante le sue attuali difficoltà economiche, la Russia ha acquisito, tra il 2000 e il 2013, i mezzi finanziari per fornire sostegno ai paesi della regione, per comprare amicizie e alleanze.

Circostanze esterne poi: mentre una certa disaffezione si manifesta in Grecia, a Cipro e nei balcanici nei confronti del modello dell'Unione europea e delle drastiche politiche di austerità imposte da Bruxelles, la Russia trova l'occasione di accrescere la propria influenza all’interno di queste nazioni che le sono vicine per cultura, sia questa slava o ortodossa. La possibilità per le forze militari russe di vedersi concedere delle strutture a Cipro, nella base aerea di Paphos e nel porto di Limassol, è stata evocata. Alcuni membri della UE, la Grecia e Cipro non hanno ugualmente esitato ad acquistare armi russe, mentre Vladimir Putin e Alexis Tsipras, che si incontreranno l'8 aprile, hanno moltiplicato i messaggi di amicizia l’un con l’altro.

Le esportazioni di armi, richiamata più sopra, è uno dei principali vettori della diplomazia russa che le consente di rafforzare la propria influenza nel Mediterraneo. Poiché Mosca ha denunciato molto presto le conseguenze della "Primavera Araba" - che ha portato al potere degli islamisti radicali (Egitto, Tunisia), alle guerre civili (Siria), e agli Stati falliti (Libia) - la Russia è considerata dai paesi minacciati da turbolenze simili come un valido alleato, in grado di fornire loro le armi potenzialmente capaci di mantenere l'ordine all’interno e di proteggerli da un eventuale intervento occidentale.

La Russia non avrebbe mai potuto rimettere piede in Egitto, se gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali non avessero con tanta veemenza denunciato la repressione dei Fratelli Musulmani da parte del governo del maresciallo al-Sissi. Oggi, quest’ultimo, sta negoziando l’acquisto di armi da Mosca per un totale di oltre due miliardi di dollari, discute dell’aiuto russo che permetterebbe all’Egitto di espandere il dispositivo del Canale di Suez, mentre le materie prime agricole egiziane hanno sostituito sui banchi russi le merci europee su cui Mosca ha imposto l'embargo.

Il partenariato militare-industriale con l'Algeria è stato ulteriormente rafforzato, nonostante le divergenze che si sono verificate nel 2007, nel corso di un contratto per la fornitura di Mig-29 difettosi.

Per quanto riguarda l'alleanza russa con la Siria - mentre si accenna timidamente alla necessità di cercare la collaborazione di Bashar al-Assad per combattere gli islamisti radicali dello Stato Islamico (EI) - non è mai stata così solida, tanto quanto la sensatezza della messa in guardia russa contro la caduta dei regimi baathisti.

E l'influenza russa non si limita solo agli Stati arabi. Israele, dove vivono oggi più di un milione di russofoni, mantiene ugualmente dei legami sempre più stretti con la Russia, in particolare nel settore dell’informazione anti-terrorismo. Tel Aviv si è astenuta dal voto sulla risoluzione delle Nazioni Unite che condannava l'intervento russo in Crimea. Per lo Stato ebraico, che ha annesso apertamente (Golan) o di fatto (gli insediamenti in Cisgiordania) dei territori esteri, sarebbe stato difficile denunciare la Russia su questo punto, mentre Mosca mantiene forti capacità di condizionamento attraverso, in particolare, le attrezzature militari che può fornire alla Siria o all'Iran.

La Russia, nel complesso, non ha un peso nel Mediterraneo paragonabile a quello delle principali potenze locali. Tuttavia Mosca ha sistematicamente rafforzato la propria posizione, in particolare dall'inizio della 'Primavera Araba'.

Questa crescente influenza è talvolta percepita come una minaccia, un’espressione di espansionismo. Eppure è possibile considerare in modo diverso il ruolo crescente della Russia nel Mediterraneo. Condividiamo con Mosca molti interessi nella zona, sia a livello economico che di sicurezza. Mentre il rischio di attacchi islamici non è mai stato considerato così elevato nella UE, mentre lo Stato Islamico aumenta le sue atrocità sul fronte siro-iracheno e mentre la Libia e le bande sahelo-sahariane sprofondano nell'anarchia e nel terrorismo, tutti siamo consapevoli che la minaccia non è la Russia, ma i movimenti armati wahhabiti, che sono oggi insediati sulla costa libica, a 350 chilometri dall’Italia.

In questa situazione, la cooperazione con Mosca - che conduce dal 1994 una guerra senza tregua contro questi gruppi fondamentalisti - è una carta vincente di cui sarebbe assurdo e pericoloso privarsi. La Francia non sarebbe stata capace di intervenire in Mali e nella Repubblica Centrafricana senza i grandi jumbo Antonov-124 appartenenti ad un’azienda di proprietà al 50% di azionisti russi, la Volga-Dnepr. I servizi segreti russi hanno sempre fornito informazioni alle loro controparti americane, inglesi, francesi sui movimenti dei terroristici islamici. Allo stesso tempo, i russi e gli iraniani sono stati i primi a dare assistenza materiale per sostenere i governi di Damasco e Baghdad che, per quanto autoritari, sono tuttavia oggi giudicati preferibili dalle cancellerie occidentali rispetto ai sostenitori di Abu Bakr al Baghdadi.

Russi ed europei hanno lo stesso nemico, il fanatismo sunnita, che li minaccia da tutto il Mediterraneo, a prescindere dalla costa considerata. Il pericolo maggiore, in questo momento, è quello. Bisogna costruire di conseguenza la nostra politica di difesa e di sicurezza e le nostre relazioni con la Russia.

Philippe Migault

http://fr.sputniknews.com/points_de_vue/20150327/1015351313.html

(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)