martedì 24 febbraio 2015

INTERVENTO DI LAVROV ALL'ONU


Riportiamo qui di seguito la traduzione completa dell’importante intervento del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, al dibattito di ieri al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul tema: "Mantenimento della Pace internazionale e sicurezza: riflettere sulla storia, ribadire il forte impegno per gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite".

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SERGEY LAVROV, MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA RUSSIA:

"Grazie, Signor Presidente,

Vorrei innanzi tutto cominciare esprimendo la mia gratitudine al Ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, per l'organizzazione di questo dibattito aperto. Il suo ordine del giorno è molto significativo: in vista del 70° anniversario delle Nazioni Unite, ci permette di valutare criticamente le relazioni internazionali e di discutere i modi per superare i problemi sistemici accumulati.

La Carta delle Nazioni Unite, che è stata il risultato della grande vittoria sul nazismo, è stata ed è la pietra angolare del sistema delle relazioni internazionali. Gli obiettivi, i principi e le regole sigillati nella Carta sono una fonte vitale del diritto internazionale, sono la base del codice di condotta sulla scena internazionale e le fondamenta della sempre crescente quantità di trattati e accordi internazionali. Certo, l'ONU non è un'organizzazione ideale. Ma, come ha detto Dag Hammarskjöld, "Le Nazioni Unite non sono state create per portarci in paradiso, ma per salvarci dall'inferno".

Per la prima volta, la Carta delle Nazioni Unite ha formulato i principi per la creazione di un meccanismo operativo per governare il mondo attraverso il coordinamento delle posizioni delle nazioni principali. In altre parole, ha formulato gli elementi chiave di un ordine mondiale policentrico. Per i primi quattro decenni dalla sua istituzione, l'ONU ha operato in condizioni di duro confronto bipolare. Tuttavia, la fine della Guerra Fredda ha tolto gli ostacoli oggettivi affinché il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite diventi una struttura efficace per sintetizzare la volontà collettiva della comunità internazionale.

Purtroppo, il cammino verso questo obiettivo si è rivelato molto più difficile e tortuoso di quanto avessimo immaginato 25 anni fa. Abbiamo visto numerose violazioni dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, tra cui l'indipendenza e l'uguaglianza sovrana delle nazioni, la non-ingerenza nei loro affari interni e la risoluzione pacifica delle controversie. Mi riferisco al bombardamento della Serbia, all'occupazione dell'Iraq sotto un pretesto chiaramente falso le cui conseguenze sono un pesante fardello per il popolo iracheno, così come le grossolane manipolazioni del mandato del Consiglio di Sicurezza che hanno portato alla distruzione e al caos in Libia.

Tutto questo è conseguenza dei tentativi di pretendere la dominazione negli affari internazionali, di dirigere tutti e ovunque, di usare la forza militare unilateralmente per promuovere i propri interessi egoistici; queste azioni contraddicono i principi alla base delle Nazioni Unite e la tendenza oggettiva al decentramento del potere economico e politico globale.

Nel perseguire l'obiettivo illusorio del dominio mondiale, stanno utilizzando una vasta gamma di metodi detestabili, come la forte pressione sugli stati sovrani e i tentativi di imporgli soluzioni e principi politici, economici ed ideologici. Per coloro che "si comportano male", loro hanno un metodo per ispirare disordini interni e per promuovere il cambio di regime. Un esempio di questo è stato l'aperto incoraggiamento di un colpo di stato incostituzionale in Ucraina, lo scorso anno.

Tentativi consistenti sono stati fatti per trasformare il Consiglio di Sicurezza in un ufficio timbri delle decisioni del "leader", e quando questi tentativi falliscono, loro cercano di togliere al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la possibilità di sviluppare la politica fondamentale che è di sua competenza: il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. Allo stesso tempo, loro ignorano completamente gli ultimi frutti dell’uso unilaterale della forza militare, che ha spinto il Medio Oriente e il Nord Africa nell'instabilità e nel caos, in gran parte portando alla creazione di un terreno fertile per la crescita dell'estremismo.

Secondo la Carta delle Nazioni Unite, solo il Consiglio di Sicurezza ha il potere di adottare misure repressive contro gli stati. Le misure restrittive unilaterali, i tentativi di applicazione extraterritoriale delle legislazioni nazionali, non sono altro che una manifestazione della tendenza arcaica a pensare in termini di blocchi. Esse contribuiscono ad accumulare il potenziale di un confronto nelle relazioni internazionali e a complicare la ricerca comune di soluzioni ai problemi che si pongono.

Il clima internazionale è seriamente peggiorato a causa della guerra dell’informazione attraverso l'uso dei media globali, internet e i social-media. Sono convinto che la libertà di parola e di espressione non debba essere utilizzata per giustificare la manipolazione con l’informazione, il lavaggio del cervello e le attività sovversive contro le istituzioni e le politiche degli altri Stati, o per fomentare conflitti religiosi.

Ora è il momento di rispondere ad una domanda: Vogliamo davvero che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sia uno strumento efficace e influente per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, o vogliamo permettere che diventi una piattaforma di confronto propagandistico escludendo il Consiglio di Sicurezza dalla ricerca di soluzioni internazionali vitali? Se quest’ultima volontà si realizzerà, si avrà inevitabilmente un impatto negativo sulle altre organizzazioni internazionali e regionali, riducendo ulteriormente le possibilità di trovare soluzioni ai problemi attuali.

Crediamo che sia necessario adottare immediatamente misure decisive per respingere i “doppi standard” nella politica mondiale, per ridare al Consiglio di Sicurezza il ruolo di organismo principale nel coordinamento degli orientamenti collettivi, basandosi sul rispetto della diversità delle culture e delle civiltà del mondo moderno e la democratizzazione delle relazioni internazionali.

Tutti devono accettare il fatto che i popoli abbiano il diritto di scegliere autonomamente il proprio futuro senza interferenze straniere nei loro affari interni. A questo proposito, suggerisco la possibilità di riaffermare e rafforzare le pertinenti disposizioni della Dichiarazione 1970 sui Principi del Diritto Internazionale concernenti le “Relazioni Amichevoli e la Cooperazione tra gli Stati”, in conformità con la Carta delle Nazioni Unite. L'attenzione dovrebbe essere posta sull’inaccettabilità del sostegno ai cambiamenti incostituzionali di governo. Dobbiamo accettare di utilizzare la Carta delle Nazioni Unite per la gestione comune dei rischi nelle relazioni internazionali, sempre più complesse. Nei primi anni ‘90, il Segretariato delle Nazioni Unite ha preparato un manuale sulla soluzione pacifica delle controversie tra gli Stati. Forse abbiamo bisogno di aggiornare questo manuale in modo che incorpori l'esperienza che abbiamo accumulato dalla sua adozione.

Risultati positivi sono assicurati solo quando i membri del Consiglio di Sicurezza lavorano insieme per trovare soluzioni che possono aiutarli a coordinare le loro posizioni. È su questa base che abbiamo affrontato le questioni chiave del disarmo chimico in Siria e le misure per resistere ai terroristi stranieri. L'altro giorno il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato, su iniziativa della Russia, la risoluzione 2199, progettata per impedire ai gruppi terroristici di beneficiare dal commercio di petrolio. Un altro esempio recente è il dispiegamento di nuove missioni di pace in Mali e nella Repubblica Centroafricana. Ora noi programmiamo di affrontare direttamente un altro problema doloroso in Africa, la minaccia terroristica proveniente da Boko Haram. Ci auguriamo che il gruppo speciale di alto livello creato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite fornisca raccomandazioni su come aumentare l'efficacia degli sforzi delle missioni di pace dell’ONU.

In generale, ci fa bene esaminare le sfide e le minacce globali che possono essere affrontate solo collettivamente. Una delle priorità di questa lista, è la minaccia del terrorismo e dell'estremismo, che è cresciuto ad una scala senza precedenti, soprattutto in Medio Oriente e in Nord Africa, e che si è diffuso in Africa del Sud, in Asia e in Europa. Le azioni unilaterali non hanno futuro, come abbiamo visto. Questo problema deve essere affrontato nel quadro delle Nazioni Unite. Siamo contro il decentramento degli sforzi antiterroristici e contro l’imposizione alla comunità internazionale di piani d’azione che si sono sviluppati in un contesto non-partecipativo.

Mi auguro che useremo questi dibattiti aperti per discutere seriamente il futuro delle Nazioni Unite in quanto meccanismo vitale per la regolazione dei rapporti internazionali”.