giovedì 26 febbraio 2015

DE VILLIERS: L’EUROPA NON DEVE PIÙ SCRIVERE IL PROPRIO DESTINO CON LA PENNA AMERICANA





Riportiamo qui di seguito la traduzione completa dell’intervista rilasciata lunedì dall’ex candidato alla presidenza francese, Philippe de Villiers, al giornale “Le Figaro”, intervista di cui avevamo già riportato nei giorni scorsi qualche breve frammento in un breve post.

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LE FIGARO: Cosa ne pensate degli accordi di Minsk negoziati da François Hollande e Angela Merkel con Putin?

PHILIPPE DE VILLIERS: Gli accordi di Minsk sono molto importanti perché contengono quattro innovazioni. In primo luogo, hanno permesso ai protagonisti di uscire da una logica di guerra. La via diplomatica dei meschini non fa presagire un possibile futuro di pace. In secondo luogo, due grandi Stati europei, la Francia e la Germania, hanno condotto la negoziazione e si sono posti come garanti dell'attuazione dell'accordo, a fianco della Russia. È chiaro che né l'Unione europea né l'America hanno la capacità o la volontà di fare la pace laggiù. Questi accordi dimostrano che è solo quando l'Europa si esprime come Europa - cioè l'Europa degli Stati - che la pace vera è possibile.
In terzo luogo, l'accordo apre la strada per l'unica soluzione rimasta per l'unità territoriale dell’Ucraina: l’accettazione da parte di Kiev di uno statuto specifico per l'Est del paese, con il diritto alla lingua madre russa. Infine, a differenza dell’accordo di settembre, questo è dotato di un calendario per ogni fase.

LE FIGARO: Averlo fatto una volta non significa che diventerà un’abitudine; rendete dunque omaggio all’iniziativa di François Hollande?

PHILIPPE DE VILLIERS: L’Europa non deve più scrivere il proprio destino con la penna americana. François Hollande ha agito come capo di Stato non dando retta alle istruzioni americane. È riuscito a resistere alla richiesta degli Stati Uniti di imporre l'ingresso dell’Ucraina nella NATO. Ora, dobbiamo incoraggiare la Francia ad andare oltre questa prima fase di emancipazione positiva. Hollande deve immediatamente fornire la nave Mistral alla Russia e rispettare quindi il contratto commerciale stipulato dalla Francia e pagato dai russi più di un miliardo di euro. Bisogna levare le sanzioni, che sono oggi degli atti di guerra ancor più sfavorevoli all'economia francese che all'economia russa, e che non toccano per niente l'economia americana. Ma la cosa più importante, piuttosto che impuntarsi a costruire l'Europa artificiale di Maastricht, è di preparare domani la sola Europa sana e razionale, per creare un grande partenariato strategico e culturale con la Russia, dall'Atlantico agli Urali.

LE FIGARO: L'accordo è già stato violato dai separatisti ucraini. Possiamo fidarci di Vladimir Putin?

PHILIPPE DE VILLIERS: Quando andiamo alla radice degli eventi, possiamo constatare la menzogna permanente dell'Unione europea e i fantasmi veicolati dalla stampa occidentale. Il cessate il fuoco, per quanto ne so, viene osservato sulla linea del fronte, salvo a Debaltseve, problema particolare nato appena prima degli accordi di Minsk. Ma anche lì, le armi pesanti sono state rimosse. I meccanismi di controllo sono messi in atto e i capi di Stato si parlano. Quando i media affermano che dei camion umanitari russi stanno attraversando il confine ucraino carichi di munizioni, mi chiedo: nell'era dei satelliti che vedono tutto, degli iPhone che riprendono tutto costantemente, perché non ci danno qualche prova? Dove sono le foto?

LE FIGARO: Il concetto del “Puy du Fou” (un parco divertimenti francese che dovrebbe aprire anche in Russia in cui è coinvolto anche de Villiers, NdT) sta per essere declinato anche in Russia. Il vostro sostegno incondizionato a Vladimir Putin è interessato?

PHILIPPE DE VILLIERS: E’ vero il contrario. Avendo imparato a conoscere la Russia mediante l'attuazione di questo progetto franco-russo, ho scoperto due cose. Primo, che la Russia è profondamente europea. Tutta la sua cultura, tutta la sua élite e tutto il suo popolo guardano all'Europa. Solženicyn me l’aveva detto: "Non fate l'errore di voltare le spalle alla Russia. Ne va del nostro futuro".
Inoltre, ho scoperto che Putin è un vero uomo di Stato. Ho anche compreso perché in Occidente le élite mondialiste non smettono di criticarlo: l’America vuole che l'Europa sia la cinquantunesima stella della bandiera americana. Per questo, deve mantenere gli europei asserviti nella NATO. Vladimir Putin è la scusa perfetta, il diavolo ideale. Non dimentichiamo le cause dell’assurda crisi ucraina. Prima un colpo di stato fomentato dalla NATO. Poi lo sbaglio del governo ucraino, l’interdizione della lingua russa. Infine, la pretesa americana di far entrare l’Ucraina nella NATO. Come si può immaginare che i russi siano d'accordo a vedere la NATO alle loro porte? Putin non vuole lo smembramento dell’Ucraina. Lui desidera semplicemente il riconoscimento della lingua madre nelle regioni russofone, uno statuto per queste regioni e, infine, una neutralità dell’Ucraina in rapporto alla NATO.

LE FIGARO: La Russia sembra ritrovare un po’ di orgoglio nazionale. Il rischio non è che si tramuti in un eccesso di nazionalismo?

PHILIPPE DE VILLIERS: La differenza con la Francia è la seguente: in Russia, vi è una vera restaurazione dei valori morali, civili, patriottici, spirituali. I bambini russi imparano l'orgoglio di essere russi. Si parla ai russi della Russia, della sua grandezza, del suo ricco patrimonio, della sua irradiazione eurasiatica. Che cosa si dice ai giovani francesi? Che la Francia è una vergogna, che i francesi sono razzisti e che il patriottismo è una tara. C'è più libertà di espressione in Russia che qui. Come aveva profetizzato Philippe Muray, ci siamo rinchiusi nella gabbia delle “fobie”: islamofobia, xenofobia, eurofobia, omofobia. Nessuno si muova! E abbiamo una classe politica seccata, sterilizzata, passata al microonde, che benedice la cooperazione tra i laicisti che producono il vuoto spirituale e gli islamisti che riempiono questo vuoto.

LE FIGARO: Ciò non impedisce che i russi conoscano, anche loro, forti tensioni etniche e culturali?

PHILIPPE DE VILLIERS: La differenza con l'integrazione "alla francese" è evidente. Ci sono, in Russia, 20 milioni di musulmani su 140 milioni di abitanti. Putin applica il vecchio principio prudenziale: "Viviamo a Roma come i romani, viviamo in Russia come i russi". In Francia, coloro che vogliono far credere che la laicità e il "diritto-umanismo" siano sufficienti a risolvere il problema, sono dei manipolatori o dei vili. C'è solo un modo per integrare nel nostro Paese: con la francesizzazione!

LE FIGARO: Mentre i negoziati tra l'Unione europea e la Grecia ristagnano, potrebbe Tsipras rivolgersi alla Russia?

PHILIPPE DE VILLIERS: Per l'oligarchia europea Tsipras ha commesso un peccato mortale. Presto sarà sacrificato sul Partenone perché non ha fatto la genuflessione davanti all'euro e dovrà confessare la predilezione della Grecia alla Russia. Egli trova delle virtù nel diavolo (Putin, NdT). Ma gli adoratori di Bruxelles e di Francoforte ancora non capiscono che l'euro non funziona con le economie europee. La Grecia lascerà l'euro: i negoziati non fanno altro che dilazionare la scadenza. L'intera costruzione europea è una non-costruzione mortifera. L'Unione europea di oggi è un tentativo taumaturgico folle di distruggere gli Stati, i confini e di consegnare i popoli e le attività industriali ai padroni della globalizzazione che vi trovano degli immensi benefici.

LE FIGARO: Quale potrebbe essere il futuro dell'Europa?

PHILIPPE DE VILLIERS: L'idea attualmente preparata dagli eurocrati e dalle élite globalizzate di un accordo di libero scambio (TTIP/TAFTA, NdT), che renderebbe l'Europa un mercato annesso dall’America, volta le spalle al futuro e al senso comune. Quello che io rimprovero a questa Europa, è quello di diventare un’Europa americana, una mera estensione economica e culturale degli Stati Uniti. Per prevedere il futuro, potremmo dire, "l'Unione europea è morta, viva l'Europa!". La vera, la grande Europa, dall'Atlantico al Pacifico, che ritrova la vera culla delle sue antiche alleanze culturali ancestrali. Quella della Regina Anna di Kiev, la regina russa che ha sposato un re francese. L'Europa che ritrova le buone vecchie idee che hanno condotto il mondo da quando l'esperienza degli uomini ha inventato il trittico sovranità, frontiere, identità”.

(Nella foto: primo piano di Philippe de Villiers)


(Traduzione del Vladimir V. Putin Italian Fan Club)